![La proiezione del cortometraggio «Migratori» di Agnese Galiotto al cinema «Trieste» di Zogno La proiezione del cortometraggio «Migratori» di Agnese Galiotto al cinema «Trieste» di Zogno](https://storage.ecodibergamo.it/media/photologue/2025/2/9/photos/cache/pensare-come-una-montagna-in-viaggio-con-gamec-tra-arte-e-natura_8c8b5b10-e6d6-11ef-a82a-33e52af2eaa9_1920_1080_v3_large_libera.webp)
(Foto di Paolo Biava)
IL PROGETTO BIENNALE . Al via dalla Val Brembana il terzo ciclo dell’iniziativa «Pensare come una montagna». Da Zogno a Serina, una serie di film su sostenibilità e comunità e la mostra «Fossi io teco; e perderci nel verde».
Un’immersione nell’arte e nella natura quella che si è svolta ieri, all’inaugurazione di «Pensare come una montagna #3». Questo è, come dice il titolo stesso, il terzo ciclo di eventi organizzati dalla Gamec-Galleria d’arte moderna e contemporanea di Bergamo, il cui intento è coinvolgere le comunità del territorio provinciale in modo attivo grazie alla partecipazione di diversi artisti e artiste internazionali.
Il progetto nasce con l’obiettivo di creare uno spazio di condivisione artistica, in cui le esperienze creative diventino occasione di confronto sui temi della sostenibilità e della comunità. Nel corso di due anni, venti artisti o collettivi provenienti da realtà geografiche e culturali diverse saranno coinvolti nell’esecuzione di un ampio programma di eventi diffusi sul territorio.
Il titolo del progetto fa riferimento a un’espressione coniata dall’ecologo Aldo Leopold nel suo libro «A Sand County Almanac», che contiene riflessioni nate dall’osservazione della natura attorno alla sua casa nel Wisconsin. Traslare le sue parole nell’ambiente bergamasco è semplice, tenendo presente l’abbraccio delle Alpi Orobiche e considerando la straordinaria varietà di ambienti naturali. Il tutto concorre a rendere la montagna non solo uno spazio geografico, ma anche un punto di osservazione privilegiato sulle trasformazioni del mondo.
«Pensare come una montagna #3» pone al centro la necessità di un’arte che si intrecci con la vita della provincia bergamasca, favorendo un coinvolgimento reale e rispondendo alle esigenze del territorio: per questa ragione, è previsto che il pubblico non sia composto da semplici spettatori, ma ci saranno laboratori, workshop, performance e seminari che si allontanano dall’esperienza museale tradizionale.
Il tutto ha l’obiettivo di costruire un dialogo autentico tra arte e pubblico, radicando l’esperienza creativa nel contesto in cui avviene. Inoltre, dopo la pandemia, che ha profondamente modificato la percezione della collettività e dello spazio condiviso, si darà particolare rilievo alla dimensione corporea e sensoriale, valorizzandone il ruolo nell’interazione tra l’opera e l’ambiente. Nella giornata di sabato 8 febbraio è stato possibile assistere a diverse proiezioni filmiche, tutte prodotte dalla Gamec e a una mostra.
A Zogno, nella cornice della centrale idroelettrica, che è stato poi possibile visitare con un breve giro guidato, è stato proiettato «Mut» di Giulio Squillacciotti, in cui viene raccontata la ciclicità della vita in alpeggio, usando l’esperienza di due giovani allevatori e dei loro genitori. Sempre a Zogno, ma presso il Cinema «Trieste», è stato possibile vedere il cortometraggio «Migratori» di Agnese Galiotto, un’opera che indaga sull’interazione tra uomo e animale, partendo dall’incontro tra ornitologi e alcuni esemplari di avifauna migratice. Nella chiesa della SS. Trinità a Serina c’è stata la mostra «Fossi io teco; e perderci nel verde», con performance della sound artist australiana Felicity Mangan, curata da Greta Martina, vincitrice della dodicesima edizione del «Premio Lorenzo Bonaldi per l’Arte – EnterPrize».
«Paraflu» di Michela de Mattei e Invernomuto (alias dei piacentini Simone Bertuzzi e Simone Trabucchi), invece, è stato proiettato, presso il Cine Teatro «Il Portico», sempre a Serina: esso esplora il ritorno del lupo nelle valli bergamasche, combinando elementi reali ed effetti generati da intelligenza artificiale che hanno lo scopo di amplificare il senso di tensione e di ambiguità narrativa. I trasferimenti sono stati gestiti grazie a delle navette. Al termine, a San Pellegrino, presso il ristorante «Bigio» sono stati organizzati cena e Soundscape.
Il progetto di «Pensare come una montagna» impegna anche il magazine online e la piattaforma Radio Gamec: il primo non si limita a parlare di arte «da museo», ma abbraccia design, architettura e antropologia, raccogliendo interviste e idee di studiosi, ricercatori, artisti, sociologi; su Radio Gamec, invece, partirà una nuova stagione di podcast a cura di Ilaria Gadnez, che si svilupperà attorno alla pratica del cammino come strumento di esplorazione fisica e interiore, con un forte interesse su come il paesaggio montano e le esperienze personali si interconnettono e diventano ispiranti.
Maggiori informazioni sono disponibili all’indirizzo: www.gamec.it , oppure è possibile contattare telefonicamente il museo al numero 035/270272 o recarsi presso la sede in via San Tomaso, 53 a Bergamo.
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