Oltre 1.500 ragazzi faranno «piovere bellezza» in centro a Bergamo

Capitale della Cultura . Nella giornata di sabato 15 aprile la performance teatrale degli alunni di 14 scuole: in 120 postazioni vicino al Comune daranno vita ai loro pensieri sotto gli ombrelli.

I giovanissimi aprono i loro cuori e dalle loro parole «Pioverà bellezza» sotto oltre mille ombrelli bianchi. Sono loro, 1.570 ragazzi dai 12 ai 14 anni, i protagonisti della performance che sabato 15 aprile animerà il centro di Bergamo. Loro, ma soprattutto i loro sentimenti, emozioni, speranze e paure, diventati brevi monologhi di cui faranno dono a chi vorrà fermarsi ad ascoltarli sotto i loro ombrelli aperti.

La performance con 120 postazioni

L’area del Comune ospiterà l’evento (rinvio a domenica in caso di pioggia), che inizierà alle 16.30 con l’arrivo dei ragazzi delle scuole medie davanti a Palazzo Frizzoni. Un arrivo che sarà comunque un evento nell’animare, con una sorta di parata gioiosa, in via XX Settembre dalle 16.15. Poi i giovanissimi si sistemeranno nelle 120 postazioni (ognuna con circa dieci studenti) e apriranno gli ombrelli per accogliere gli spettatori che potranno, per qualche attimo, vedere il mondo con gli occhi dei tanti adolescenti che vorranno ascoltare.

«Non puoi dire di aver visto lo spettacolo se non ti sei fermato sotto almeno 30 ombrelli», uno dei consigli presenti nella brochure di presentazione, dove si trova anche la mappa delle nove zone (ognuna dedicata a un diverso istituto che ha partecipato) in cui è divisa l’area. Non tutti i giovani che hanno partecipato al percorso degli ultimi due anni sabato potrà fare il proprio monologo. C’è chi non ci sarà per altri impegni, o chi non ha avuto la forza o la voglia di scrivere i propri pensieri. Ma saranno comunque presenti con i loro disegni, o i testi appesi sugli ombrelli dei compagni. Poi due giovanissimi, dal balcone di Palazzo Frizzoni, leggeranno l’«Abbecedario della felicità e della paura», ovvero la risposta dei giovani a due domande: cosa gli dà serenità e cosa li spaventa.

Poi due giovanissimi, dal balcone di Palazzo Frizzoni, leggeranno l’«Abbecedario della felicità e della paura», ovvero la risposta dei giovani a due domande: cosa gli dà serenità e cosa li spaventa.

Il progetto di teatro dell’assessorato comunale all’Istruzione rientra nel programma di Bergamo Brescia Capitale della Cultura. Sono 14 le scuole coinvolte, per un totale di 70 classi e 1.570 studenti. Un percorso di 1.300 ore di formazione, con la partecipazione di sei realtà teatrali (Erbamil, La Pulce, Pandemonium Teatro, Teatro Caverna, Teatro del Vento e Teatro Prova), guidate dalla direzione artistica di Maria Grazia Panigada e Teatro dell’Argine.

Un percorso lungo due anni

Sabato, come detto, si conclude un percorso lungo due anni. E come ha ricordato l’assessore all’Istruzione Loredana Poli, rivolgendosi ai ragazzi, questo percorso è nato dall’«idea iniziale di darvi la possibilità, lo strumento, per dirci ciò che sentite, per raccontare alla città i vostri pensieri, i vostri sentimenti».

Parole che potranno anche diventare memoria: «Sarà bello – ha annunciato – riprendere il materiale che avete creato e renderlo disponibile alla nostra città, perché sia testimonianza di ciò che avete fatto, del vostro percorso». L’assessore, che sarà presente con i numerosi genitori, insegnanti, formatori teatrali, volontari e spettatori, ha lanciato l’invito ai bergamaschi - ma non solo - a partecipare numerosi. Si tratta di «un evento grande, collettivo, e al centro c’è ciascuno di voi», ha evidenziato Maria Grazia Panigada, parlando ai protagonisti. Un evento frutto di «due anni di lavoro di formazione teatrale nelle classi e nella città», con ogni percorso a scuola «unico, grazie ad artisti che hanno portato a servizio dei ragazzi e delle ragazze la propria professionalità e umanità».

Si tratta di «un evento grande, collettivo, e al centro c’è ciascuno di voi», ha evidenziato Maria Grazia Panigada, parlando ai protagonisti. Un evento frutto di «due anni di lavoro di formazione teatrale nelle classi e nella città», con ogni percorso a scuola «unico, grazie ad artisti che hanno portato a servizio dei ragazzi e delle ragazze la propria professionalità e umanità».

«Fin dal primo giorno è stato evidente a tutti noi che questo fosse il progetto giusto, nel momento giusto, con il giusto obiettivo», ha rilevato Andrea Paolucci, condirettore artistico di Teatro dell’Argine. Dalla domanda «come stai» rivolta ai giovani, dopo due anni di pandemia, è nato un «viaggio di ascolto, dove il teatro è stato il grimaldello per aprire quei silenzi e per cogliere quei non detti». E sabato, chi lo desidera, potrà ascoltare le parole che hanno sostituito quei silenzi.

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