Nomadi, un inno di solidarietà e pace che supera i confini e le generazioni

A TRESCORE. Il gruppo guidato da Beppe Carletti, attivo dagli anni ’60, sarà sul palo del «Bum Bum Festival» il 26 agosto. Canzoni che hanno fatto la storia della musica italiana e manifesti del pensiero pacifista.

Il «never ending tour» dei Nomadi fa tappa il 26 agosto al «Bum Bum Festival» di Trescore (inizio ore 21; ingresso libero) e l’occasione è buona per riascoltare dal vivo, al Parco le Stanze, la più longeva band del pop italiano. Sessant’anni e passa di attività, 80 dischi, 360 tra canzoni e strumentali, 15 milioni di copie vendute. Un record tutto italiano che il leader Beppe Carletti considera con una certa sufficienza, impegnato com’è a seguire la strada dei concerti, dell’abbraccio con un pubblico fedele che affolla piazze e teatri ogni volta che capita.

Nell’arco del loro lungo cammino i Nomadi hanno scritto la bellezza di 58 canzoni contro la guerra. «Vorrei - spiega Carletti - scriverne altre mille»

Dalle canzoni di Guccini al pop impegnato

Orfano di Augusto Daolio, il cofondatore della band, classe 1946, non si è dato per vinto e ha condotto i Nomadi verso un’altra stagione, salutata da un seguito che s’è persino rinforzato nel tempo. In nome di Augusto, Beppe ha diretto il gruppo attraverso avvicendamenti, cambi di formazioni, gioie, dolori. Con 61 anni di interrotta avventura musicale e concertistica, i Nomadi inseguono felicemente il record di durata dei Rolling Stones. E Carletti alla pensione non ci pensa e promette di continuare finché avrà fiato. Gli altri, non tutti, sono più giovani, anche se il gruppo è rimasto fedele a se stesso, all’impegno preso negli anni ’60 quando i Nomadi cantavano le canzoni di Francesco Guccini. All’inizio i Nomadi si fanno le ossa nelle balere, poi la strada si apre. Daolio e Beppe spingono la band sul versante del pop impegnato, sociale, costruito su un canzoniere schiettamente popolare. Un quaderno di canzoni che si è solo arricchito negli anni, ferme restando le pietre miliari di un’intera carriera. Il concerto del «Bum Bum Festival» sarà antologico con brani immortali come «Noi non ci saremo», «Io vagabondo», «Un pugno di sabbia», «Dio è morto», «Canzone per un’amica».

L’inizio alle ore 21, l’ingresso è libero ed è l’occasione per riascoltare dal vivo, al Parco le Stanze, la più longeva band del pop italiano

Inni per riflettere sulla pace

Oggi canzoni così non si scrivono più, eppure le radio le passano a fatica, prese dal mordi e fuggi dell’urban pop plastificato. Per fortuna i Nomadi le tengono vive nei concerti, a contatto diretto con un pubblico che continua a cantarle. Sono pezzi spesso schierati come «Contro»: inno pacifista ampiamente condiviso dal popolo nomadiano. Nell’arco del loro lungo cammino i Nomadi hanno scritto la bellezza di 58 canzoni contro la guerra. «Vorrei - spiega Carletti - scriverne altre mille. Tutti dovremmo farlo. Lo so che le canzoni non fermeranno la follia, però possono far riflettere la parte sana del mondo».

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