Museo delle Mura, ora la storia di Bergamo diventa emozione

EVENTO. Inaugurato a Porta Sant’Agostino il Museo che racconta le origini della fortificazione della città. La sindaca Carvevali: è l’approdo di un lungo lavoro. La direttrice Frigeni: un luogo speciale, fatto di multimedialità e del panorama.

Un nuovo museo apre le porte alla città per raccontare la storia delle Mura Veneziane, dal 2017 patrimonio dell’Unesco. Taglio del nastro venerdì 20 settembre nell’Aula Magna dell’Università degli Studi di Bergamo di «Mura di Bergamo: il Museo», il percorso espositivo dedicato alla storia della Fortezza ospitato nella Porta di Sant’Agostino. «Mura di Bergamo: il Museo» è il punto di arrivo di un progetto che nasce nel 2018 quando il Comune di Bergamo e il Segretariato Unesco affidano al Museo delle storie la ricerca scientifica e la valorizzazione in chiave storica delle mura veneziane.

Una missione per la città

«Forte emozione e grande orgoglio per l’inaugurazione di questo museo che rappresenta il punto di approdo di un lungo lavoro portato avanti in partnership con una molteplicità di enti e istituzioni private e pubbliche – ha esordito la sindaca Elena Carnevali -. Un progetto, e una missione, che ci è stata consegnata dall’amministrazione precedente per valorizzare il nostro patrimonio dal grande valore artistico, storico e monumentale. Da sottolineare poi come questo museo sia anche il frutto dell’importante e significativo legame che abbiamo stretto con la città Brescia in occasione di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura».

Le sezioni e i prestiti

Il Museo è composto da 4 sezioni, 38 pezzi, di cui 8 da collezioni private, mentre gli altri 30 da musei, biblioteche e istituzioni culturali. Il tutto per un totale di 15 prestatori su una geografia di 5 città coinvolte con Brescia protagonista che presta 22 pezzi con accordi speciali di lungo periodo.

«Non c’è una collezione permanente, ma il museo è frutto di prestiti di lungo periodo fatti grazie a una fitta rete di collaborazioni e di relazioni che hanno come risultato quello di mettere a disposizione della collettività i pezzi esposti – ha ricordato il direttore Scientifico Museo delle storie di Bergamo, Roberta Frigeni -. È un museo speciale, fatto da un contenitore, la porta di Sant’Agostino che restituiamo così alla città, di un contenuto che consiste in un percorso fisico, nella multimedialità dell’esposizione e dall’allestimento di grande pregio perché in sintonia con il luogo che lo accoglie. Non ultimo il museo è anche panorama, ciò che sta fuori. Le finestre di sala sono volutamente prive di coperture in modo da permettere ai visitatori di vedere le mura, i bastioni, in dialogo con l’allestimento. Il museo è dentro, ma anche fuori».

Patrimonio condiviso

Dal direttore scientifico del Museo delle storie anche l’annuncio che «a dicembre, grazie a Regione Lombardia, Mura di Bergamo si farà percorso grazie a dieci tappe con un podcast che stiamo realizzando con Officina della Comunicazione, fruibile con una App georeferenziata».

Oltre ai saluti e ai ringraziamenti della sindaca Carnevali non sono mancati quelli del vicesindaco Sergio Gandi che ha sottolineato l’importanza della condivisione del patrimonio che diventa tale proprio nel momento in cui viene condiviso e accessibile a tutti. Tra le collaborazioni significative che hanno dato vita al Museo anche quella con l’Università: «Il nostro Ateneo vuole essere motore propulsore – ha precisato il rettore Sergio Cavalieri - ma anche uno strumento per fare leva verso altre realtà per portare avanti progetti ambiziosi come questo. Bisogna guardare al passato ma con l’obiettivo di dare un futuro ai nostri ragazzi».

Multimedialità e squadra

Grande risalto è stato dato poi al contenuto multimediale realizzato grazie alla sala immersiva e all’installazione audiovisiva di grande impatto che fa della visita una vera e propria esperienza: «Un vero e proprio viaggio, che parte dalla Porta di Sant’Agostino, per conoscere la storia delle mura di Bergamo – ha ricordato Marco Ghisalberti, Amministratore Delegato Fondazione Bergamo nella storia -. Non ultimo poi è il fatto che questo Museo è un evento eccezionale per la nostra Fondazione perché risponde in tutto e per tutto al mandato scritto nel nostro statuto che ci invita a lavorare per una rete museale diffusa per far conoscere la storia della città e del territorio». I ringraziamenti per il lavoro fatto sono arrivati anche dal Presidente Fondazione Emilio Lombardini, Tito Lombardini: «Un doveroso grazie va a tutta la squadra che ha fatto un percorso lungo e coraggioso per alzare il tono e la qualità del lavoro. Vinta la sfida per la realizzazione di questo ambizioso progetto adesso ci aspetta la sfida per farlo conoscere e apprezzare fuori dai nostri confini. Una sfida che certamente vinceremo grazie all’impegno di tutto il territorio».

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