Cultura e Spettacoli / Bergamo Città
Mercoledì 13 Novembre 2024
Moroni e Capella, in mostra le tele dopo il restauro
L’EVENTO. Da giovedì nel Palazzo Creberg esposte due pale monumentali, che poi torneranno nella chiesa di Tagliuno. Il parroco: salvataggio prezioso.
Due monumentali tele di Giovan Battista Moroni e Francesco Capella, restaurate da Fondazione Credito Bergamasco, in mostra a Palazzo Creberg, in Largo di Porta Nuova, 2, a Bergamo, da domani al 4 dicembre. Poi saranno ricollocate nella loro sede originaria, la chiesa di San Pietro Apostolo a Tagliuno. Il parroco, don Cristiano Pedrini, sottolinea che «il restauro delle tele “Madonna col Bambino” di Moroni e “Immacolata Concezione” di Capella rendono ancora più prezioso l’altare in cui sono collocate, una di fronte all’altra, ed esattamente a fianco della veneratissima statua della Madonna delle Vigne. Nel pellegrinaggio pastorale il vescovo Francesco ha definito questo altare come un unicum, un autentico santuario mariano all’interno della stessa parrocchiale.
I capolavori di Moroni e Capella
Quante persone, ogni giorno, s’accostano a questo altare e alzano gli occhi con speranza. Assoluti maestri come il Moroni e il Capella aiutano a cogliere il realizzarsi del sogno di Dio nella dolcezza e semplicità di una giovane donna. Contemplando queste tele ciascuno trova casa. Maria ascolta le nostre suppliche perché lei per prima ha camminato nell’abbandono e
nella fiducia piena. Un grande pregio di questo restauro è dunque quello di rinnovare assoluta preziosità ad un luogo caro, quasi per manifestare la profondità dell’affetto che le parole non sanno spesso dire. Al tempo stesso nella bellezza artistica ogni uomo può rispecchiarsi. L’umanità di Maria è la nostra... e la luce dello sguardo divino vuole avvolgere anche ciascuno di noi». Nel dipinto di Moroni (databile verso il 1555), il volto della Vergine, di ascendenza morettiana, è quello che più spesso si riscontra nelle opere moroniane. La bella stola rigata che, appoggiata sul capo della Madonna le cinge il collo e le spalle svolazzando al refolo di aria, doveva essere un accessorio di pertinenza del pittore. La si ritrova infatti arrotolata in vita a guisa di cintura nel San Paolo della pala di Parre, nell’apostolo vestito di rosa che ci volta le spalle nell’Ultima Cena di Romano e nella Santa Chiara d’Assisi del Museo diocesano di Trento.
Fondazione Creberg valorizza le opere di Moroni
Afferma Angelo Piazzoli, presidente di Fondazione Creberg: «Attraverso i restauri di numerose opere di Giovan Battista Moroni diffuse sul territorio, Fondazione Creberg desidera proseguire il percorso virtuoso di recupero e di valorizzazione di capolavori del celebre bergamasco, già sfociato in importanti interventi espositivi e culturali promossi sia a Palazzo Creberg che al Museo Diocesano di Bergamo nonché ad Albino, città natale del pittore, durante le celebrazioni del Cinquecentenario della nascita; in quella occasione presentammo il Catalogo Generale, a cura di Simone Facchinetti, un’impresa fondamentale, non esistendo ancora uno studio così analitico e completo sul pittore. Con il Ritratto di gentiluomo con la barba di Accademia Carrara recentemente restaurato – e con quest’ultimo restauro della pala di Tagliuno – salgono a 20 le opere di Moroni recuperate da Fondazione Creberg, per un totale di 34 dipinti considerando le singole opere componenti i polittici».
I lunghi e delicati interventi sono stati eseguiti da Andrea Lutti, con la collaborazione di Sabrina Moschitta, sotto la direzione di Angelo Loda, funzionario della Soprintendenza di Bergamo. Nell’iniziativa, Fondazione Creberg è stata affiancata da Nettuno srl. Dice l’amministratore delegato Marina Fratus: «Crediamo fermamente nell’importanza di preservare il nostro patrimonio culturale, non solo per le generazioni presenti, ma anche per quelle future. In questo contesto, contribuire al restauro di opere di rilevanza ci rende orgogliosi, soprattutto in questa occasione, che vede il recupero di due preziosi dipinti appartenenti alla nostra chiesa parrocchiale di Tagliuno, parte integrante della nostra comunità e della nostra identità culturale e religiosa».
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