Marionette cinesi, bellissima avventura
La mostra al Museo del Burattino

Presentata «Viaggio in Occidente», mostra che espone per la prima volta la Collezione Pasotti con interventi di Regione, Provincia, dell’Istituto Confucio dell’Università di Milano. Ma per ora non si può visitare.

In occasione dell’inaugurazione del Museo del Burattino voluto dalla Fondazione Benedetto Ravasio e dalla Provincia di Bergamo (museo.fondazioneravasio.it), scrivevamo: «Diciamolo subito: è piccolo, ma è bellissimo. È un piccolo scrigno di preziose opere d’arte di alto e altissimo artigianato, di pezzi unici, burattini, maschere, costumi, oggetti, e tantissimo altro materiale esposti in un percorso storico che mette in dialogo la storia locale con la Storia del teatro». A costo di ripeterci ma, come si sa, repetita iuvant, lo stesso giudizio non lo possiamo che applicare alla mostra «Viaggio in Occidente – Marionette e burattini della tradizione cinese nella collezione Mario e Giorgio Pasotti», allestita negli spazi del Museo del Burattino al quarto piano del Palazzo della Provincia in via Tasso a Bergamo (nell’area dello Spazio Viterbi): la mostra è piccola ma è bellissima.

Si tratta di una settantina di pezzi, marionette e burattini a bastone, raccolti da Mario Pasotti insieme al figlio Giorgio durante 25 anni di viaggi in Cina a partire dal 1986. Perché Viaggio in Occidente? «Il viaggio è un topos classico – spiega Luca Loglio, direttore Fondazione Benedetto Ravasio / Museo del Burattino - : metafora della vita, incontro tra il reale e l’immaginifico, il fisico e il mentale. Nel caso di questa mostra, il viaggio è l’elemento ricorrente che somma più viaggi: quelli compiuti con spirito avventuroso da Mario Pasotti negli anni ’80, per trasportare questo prezioso patrimonio dall’Oriente all’Occidente; sono i viaggi fantastici che marionette e burattini raccontano; è il viaggio di Fondazione Ravasio e di Museo del Burattino che, dopo l’incontro inaspettato e stupefacente con la collezione Pasotti, prosegue alla scoperta dei patrimoni artistici e immateriali delle figure animate, compresi nella vastissima e antica cultura cinese».

La mostra è stata presentata alla stampa da Sergio Ravasio, presidente della Fondazione Benedetto Ravasio, con interventi in video del presidente della Provincia Gianfranco Gafforelli, Alessandra Lavagnino dell’Istituto Confucio dell’Università degli studi di Milano, Giorgio Pasotti e Jennifer Arlette Melara Jaco, che ha curato la catalogazione del materiale; mentre sono intervenuti in presenza Giovanni Malanchini, dell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale, Raffaella Castagnini della Camera di commercio di Bergamo, lo scenografo e regista Diego Bonifaccio cui si deve l’allestimento della mostra e Andrea Salvi, editore del catalogo che accompagna la mostra (Libri Aparte) e, soprattutto, Mario Pasotti che ha accennato alla genesi di questo progetto, quello della mostra, nato quasi per caso nel 2019 e subito sposato con entusiasmo dallo staff del Museo del Burattino.

Il viaggio, dicevamo, come ha sottolineato anche il presidente Gafforelli: «In questo momento in cui siamo tutti bloccati fa impressione parlare di viaggio. Eppure proprio grazie alla cultura posiamo viaggiare: la cultura si conferma elemento fondamentale della ripresa». Ma anche un viaggio nei colori, come ha sottolineato Diego Bonifaccio: il «rosso lacca» e il «blu di Cina», che sono serviti come traccia per l’allestimento.

Una mostra bellissima, inaspettata, coloratissima, piccola ma densissima di colori, significati, stratificazioni culturali da visitare appena possibile (il Museo del Burattino riaprirà al pubblico da lunedì a venerdì, dalle ore 15 alle 18, quando torneremo in zona gialla, visite prenotabili solo in concomitanza con quella fase; biglietti e prenotazioni su museo.fondazioneravasio.it).

La mostra è impreziosita dall’esposizione di alcuni costumi dell’Opera di Pechino appartenuti all’attore del Teatro tascabile di Bergamo Beppe Chierichetti, prematuramente scomparso nell’aprile del 2020.

© RIPRODUZIONE RISERVATA