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Cultura e Spettacoli / Bergamo Città
Lunedì 18 Novembre 2024
Maggio 1909, il primo Giro d’Italia attraversa la città: zabaione ai Propilei, poi si riparte
ACCADDE DAVVERO A BERGAMO. La prima edizione della «Corsa rosa» il 13 maggio passò da Porta Nuova, dove c’era un punto di controllo e ristoro per i corridori. Folla all’alba per applaudire Ganna e Gerbi.
Un filo «rosa» lungo 115 anni. È quello che lega Bergamo al Giro d’Italia. La prima tappa del primo Giro della storia, infatti, passò dalla nostra città. Era il 13 maggio 1909 e la corsa partì da Milano alle 2,53 di notte perché i 127 corridori potessero arrivare al traguardo di Bologna nelle ultime ore del pomeriggio, prima del buio. Il primo gruppo arrivò alle 4,47 a Porta Nuova, già dalla notte affollata di gente.
I ciclisti erano entrati in città passando dall’antica Porta Osio, poi dalla circonvallazione cittadina (ora via Don Palazzolo) e da via Tiraboschi: «È un gruppo abbastanza folto di 39 corridori – raccontano le cronache dell’epoca – preceduti dall’automobile della stampa ufficiale, che è seguita da quella dei commissari. Sono almeno mille i tifosi dietro i cordoni attorno ai Propilei. Alla testa del gruppo c’è Ganna, accolto da un fragoroso applauso». Luigi Ganna era soprannominato il «Re del fango» per la sua leggendaria resistenza anche in condizioni di tempo, e di strade, proibitive: era tra i favoriti e fu proprio lui a vincere quel primo Giro.
Porta Nuova, controlli e ristoro
A Porta Nuova c’era un tavolo con il registro per i controlli e un posto di rifornimento con «borracce d’acqua, zabaioni ed altri ricostituenti». Passata Porta Nuova, ancora un tratto di circonvallazione (l’attuale via Frizzoni), poi Borgo Palazzo dove i corridori presero la strada per Seriate e Brescia.
Alle 6 arrivò un telegramma al comitato in Porta Nuova: «Gerbi riparte. Favorite attendere controllo e rifornimento»
«Dopo un’ora» non si era ancora visto Giovanni Gerbi, altro favorito, soprannominato «Diavolo rosso» per il colore della maglia. Gerbi era caduto a pochi chilometri da Milano e la sua bici aveva riportato non pochi danni: la rottura della forcella e di una ruota. Era quindi tornato indietro per le riparazioni, ma la gara per lui non era finita: la classifica era a punti, contavano i piazzamenti, non il tempo.
Alle 6 arrivò un telegramma al comitato in Porta Nuova: «Gerbi riparte. Favorite attendere controllo e rifornimento. Firmato Gerbi». Arrivò alle 7,49: «Fra un uragano di applausi spunta la maglia rossa del forte astigiano. Gerbi si rifocilla e riparte con passo indiavolato», annotò il cronista de L’Eco.
L’ultimo «girino» a passare da Porta Nuova? Il ferrarese Ernesto Vitali, malconcio dopo una rovinosa caduta: gran botta al viso e bici danneggiata. A Bologna arrivò per primo Dario Beni della Bianchi, dopo 397 chilometri percorsi in un’estenuante pedalata di 14 ore, 6 minuti e 15 secondi. Per la storia: la prima edizione del Giro d’Italia fu di otto tappe sul percorso Milano-Napoli e ritorno, 2.447 chilometri e 900 metri in tutto.
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