Leali: «Sognando Sanremo un nuovo album in arrivo»

L’INTERVISTA. Il cantautore venerdì sera proporrà i suoi successi in piazza a Osio Sotto. «Il traguardo di 60 anni di carriera, ma guardo sempre avanti».

Fausto Leali ha tagliato il traguardo dei 60 anni di carriera. Alcuni suoi brani – «Ti lascerò», «A chi», «Io Amo» e «Mi manchi» – sono diventati veri e propri evergreen della musica italiana, capaci di conquistare generazioni di italiani. Oltre a numerosi concerti e alle sue partecipazioni televisive in diversi reality, Leali si è buttato quest’anno anche in un’esperienza cinematografica con il film «Tic toc». L’artista, di origine bresciana, sarà così la stella dei festeggiamenti che Osio Sotto ha organizzato per la prima settimana di agosto per San Donato, compatrono del paese. Il suo concerto si terrà venerdì 4 agosto alle 21.30 in piazza Papa Giovanni XXIII.

Dopo 60 anni, è soddisfatto di quello che ha fatto o ha qualche rimpianto?

«Si guarda sempre avanti, ci sono ancora tanti progetti da fare. In una lunga carriera qualche errore si può fare: nel mio caso alcune canzoni non azzeccatissime, che meritavano un ragionamento maggiore prima della pubblicazione. In generale, oggi sono tempi duri per la mia generazione, le vendite dei dischi sono un sogno. Il terreno più fertile è giustamente quello dei giovani: io sono comunque molto soddisfatto e grato di essere ancora oggi molto richiesto in tv e nei concerti».

Quest’anno si celebrano 60 anni del primo album dei Beatles, «Please Please me». Nel 1965, con la sua band, i Novelty, ha fatto da gruppo spalla alle storiche tre date del tour italiano dei «Fab Four».

«Ecco, a proposito di pentimenti. Sono timidissimo, allora come oggi, e non ho sfruttato al meglio quel momento straordinario. Non li ho avvicinati e non ho chiesto neanche una fotografia. È stata un’emozione spaventosa. Noi cantammo due brani: “Portami tante rose” e “La campagna in città”, il mio primo brano in pieno stile Beatles».

In tutti questi anni ha collaborato con i più grandi nomi della musica italiana, tra i quali Mina, Mogol, Tozzi e Cutugno. Chi ha lasciato un segno maggiore?

«Ho una grandissima riconoscenza nei confronti di Toto Cutugno. Dopo anni di “navigazione” artistica senza meta, Toto si è presentato da me con un pezzo. Voleva a tutti i costi che lo cantassi io. Siamo andati in studio e così è nato “Io Amo”. Grazie a questo brano sono tornato nel 1987, dopo 13 anni, al Festival di Sanremo, partecipando anche l’anno successivo e nel 1989, quando ho vinto insieme ad Anna Oxa con “Ti lascerò”. È stato un triennio straordinario per la mia carriera».

Sta lavorando per tornare al Festival di Sanremo?

«Chi lavora con me spinge per questa direzione. Confesso che stiamo lavorando per questo, ma una partecipazione a Sanremo non dipende solo dall’artista, ma anche dalla volontà del direttore artistico. Amadeus in questi anni ha sviluppato un sistema di giovani che si è rivelato una vera e propria miniera d’oro. Amadeus ha avuto ragione in tutte le sue scelte: i Måneskin insegnano. Per noi “antichi” non c’è più così tanto spazio» (ride).

Sta lavorando anche a un nuovo album.

«Sto lavorando da molto a questo nuovo progetto. Dovrei partorirlo nel corso del 2024, ma un’eventuale partecipazione a Sanremo potrebbe anticipare l’uscita. Sto riflettendo molto sulla tracklist, proprio per evitare certi errori che in passato mi sono costati parecchio».

Mina con Blanco, Orietta Berti con Fedez e Rovazzi. Duetti insoliti che sono scoppiati in questi due anni con hit estive. Cosa ne pensa? Vorrebbe duettare con qualcuno della nuova generazione?

«Sono molto amico di Orietta e sono molto felice per lei, che è stata capace di creare qualcosa di straordinario, fuori dal comune. Una classica come lei ha infatti conquistato i giovani, che l’hanno invitata a cantare con loro. Nell’ultimo mio album (“Non solo Leali”, 2016, ndr) ho duettato con grandi artisti, anche giovanissimi. Mai dire mai. Perché no?».

Da bresciano, immagino che conosca molto bene anche Bergamo. È legato in qualche modo a questa città?

«Esatto, conosco molto bene Bergamo e vengo spesso in Città Alta, che è meravigliosa. Artisticamente, ho fatto una bellissima esperienza con il Minicoro di Monterosso, con il quale ho registrato insieme ad Albano e a Toto Cutugno un brano benefico. E poi sono molto legato al direttore Bruno Santori, una persona straordinaria con tantissima professionalità e preparazione. Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023 è un grande regalo per le nostre città, che hanno esponenti musicali davvero forti».

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