Cultura e Spettacoli / Hinterland
Venerdì 10 Gennaio 2025
Le forme eleganti del «Non detto» nelle sculture di Viveka Assembergs
SERIATE. Il 12 gennaio viene inaugurata la mostra dell’artista svedese. Le opere, figure tormentate ma resistenti, sono abbinate a fotografie che invitano a cogliere nel dettaglio il mistero della materia.
La nuova – e innovativa - mostra della scultrice Viveka Assembergs si inaugura il 12 gennaio, alle 10.30, nella Sala espositiva «Virgilio Carbonari» del Palazzo Municipale di Seriate (fino al 2 febbraio): il titolo è «Non detto» ovvero, come ci piace parafrasare, «Il senso dell’eleganza nell’arte contemporanea». Il dizionario, infatti, esplicita il termine elegante come la qualità di chi ha insieme grazia e semplicità, rivelando cura e buon gusto senza affettazione o eccessiva ricercatezza. Una definizione che si specchia perfettamente nel lavoro della scultrice svedese, ma bergamasca di adozione, che prosegue nella sua poetica indagine sul corpo femminile, plasmando figurette tormentate, fragili, quasi in via di consunzione o dissoluzione, che nonostante tutto restano in piedi, vere combattenti che camminano in equilibrio sui fili sottili e intricati dei labirinti più segreti dell’esistenza.
«Domani e dopodomani»
«Le opere di Viveka chiedono un esercizio di sguardo, - scrive Giovanna Brambilla nel catalogo (in distribuzione gratuita) che accompagna la mostra - non hanno un punto di vista esclusivo ma invitano a una circumnavigazione visiva, disponibili a lasciarsi scoprire, come corpi velati dalla frenesia della voracità dello sguardo che si espongono a chi dedica loro tempo e silenzio. Può darsi, allora, che chi visita la mostra riuscirà, come nella scultura “Domani e dopodomani”, a uscire dal blocco metallico delle proprie certezze per sporgersi in avanti, con un disequilibrio rischioso ma eroico, teso alla ricerca, animato dalla consapevolezza dei propri limiti, ma consapevole della necessità di superarli. Come fa la scultura».
Esperienza visiva
Peculiarità che fa riflettere di questa mostra, organizzata da Asav-Associazione Seriatese Arti Visive, è la formula con cui l’artista suggerisce al visitatore come ampliare l’esperienza visiva della sua scultura attingendo, appunto, anche al «Non detto». Le sculture esposte,
infatti, sono accompagnate da scatti fotografici realizzati dall’artista stessa, che invitano il visitatore a cogliere il mistero, il sottinteso racchiuso in un dettaglio o in un capriccio della materia: «Il mezzo fotografico non viene adoperato in maniera convenzionale, – spiega sempre in catalogo Carlo Jacopo Assembergs - ma come strumento per leggere l’opera attraverso gli occhi dell’artista da cui è stata partorita: particolari che potrebbero sfuggire vengono evidenziati, come anche prospettive inedite e non familiari ad uno sguardo frontale dell’osservatore. Le immagini diventano, per così dire, una lente di ingrandimento che rivela sfumature e sottintesi. Ogni scultura racchiude un suo piccolo segreto, un enigma la cui comprensione è essenziale per oltrepassare la materia e attribuirle significato. La fotografia, sebbene non rappresenti una componente centrale del percorso di Viveka Assembergs, viene qui intenzionalmente scelta come supporto alla scultura, offrendo allo spettatore uno strumento ulteriore per entrare nel vivo dell’opera».
L’impronta del gesto
Sulla scia dell’affascinante ricorso alla fotografia che ha caratterizzato la ricerca di grandi scultori come Medardo Rosso e Costantin Brancusi, anche Viveka Assembergs intesse un rapporto con il medium fotografico che dialoga con la sua scultura, catturando l’impronta del gesto sulla forma e isolando piccoli, a volte piccolissimi particolari, essenziali per rivelare il «Non detto» celato nella materia. Valgono per questo dialogo le parole dello scultore Adolfo Wildt: «Solamente la fotografia, e la piccola fotografia soprattutto, dà quel senso così evidente di chiaroscuro … è lì il segreto della mia arte… rapito alle fotografie». A chi volesse approfondire l’argomento, consigliamo la lettura del volume «Tra scultura e fotografia» di Aurelio Andrighetto (postmedia books 2024).
© RIPRODUZIONE RISERVATA