La storia di San Vigilio in mostra per dare una nuova vita al castello

L’INAUGURAZIONE. In 32 pannelli permanenti le vicende dell’edificio dall’antichità ai giorni nostri. L’associazione «Castrum Capelle onlus»: un’iniziativa per valorizzarlo e restituirlo alla città.

«Un’iniziativa di grande valore civico», lo sforzo di valorizzazione e restituzione alla città del Castello di San Vigilio, per cui si sta impegnando, dal 2018, l’Associazione «Castrum Capelle onlus» che ivi organizza visite guidate, conferenze ed incontri su architettura, urbanistica, storia ed arte; mostre ed istallazioni di fotografia ed arti visive; performance teatrali e musicali.

La mostra

A questo impegno pluriennale si aggiunge ora la mostra «Il Castello di San Vigilio di Bergamo», inauguratasi ieri pomeriggio presso la Casa del Castellano: 32 pannelli che ripercorrono tutta la «bibliografia edita» sul sito, la non abbondantissima iconografia che lo rappresenta, e, soprattutto, con testi, documenti inediti e immagini, la sua complessa, varia, stratificata storia. «Una mostra permanente, per ridare vita al Castello», sottolinea, introducendo, Linuccia Ghilardi, vice presidente di Castrum Capelle. «È la prima volta che vengono presentate, in termini così complessivi, le vicende del Castello, dalla più remota antichità ai giorni nostri», aggiunge l’architetto Gian Maria Labaa, membro del Direttivo e massimo esperto di fortificazioni di Bergamo. «Dovrebbe essere uno degli elementi più significativi della valorizzazione della città, al di là di ricorrenze e Capitale della Cultura».

L’opportunità di un restauro e valorizzazione del Castello è ribadita da Gigi Nava, anch’egli dell’Associazione Castrum Capelle. «È del 1999 una lista di cose da fare, da parte del Comune, che non sono mai state fatte. Compito di Castrum Capelle è anche convincere l’amministrazione a mettere in sicurezza la Casa delle Milizie; pure la Casa del Custode è bisognosa di intervento».

Il restauro

Nava ripercorre le vicissitudini del complesso, i cui aspetto e funzioni sono stati molte volte modificati, attraverso numerose riedificazioni e rifacimenti. Per molti secoli, il Castello ha mantenuto una notevole importanza strategica, tanto che, nel 1483, Marin Sanudo poteva scrivere: «Chi ha la Capella è signor di Bergamo». Nella stagione delle «horrende guerre de Italia» (Guicciardini), è al centro di scontri fra veneziani e francesi contro gli spagnoli, che si ritirano nel 1516. Dal 1796 è coinvolto nei rivolgimenti di fronte fra francesi ed austriaci, finché, nel 1803, perde la qualifica di fortificazione militare. Nel 1934, addirittura, viene ceduto alla famiglia Soregaroli, che ne fa un ristorante. Nel 1957 rientra in possesso del Comune, che avvia un «primo restauro», affidato all’architetto Pino Pinetti, nel 1960-61.

Gli orari di visita

L’incontro si chiude con la proiezione di un video, di Enrico Messeroli, che sintetizza le vicende del luogo. E di un rilievo con laser scanner, dei professori Fabrizio Fasolini e Lillo Milia, che mette in evidenza i punti dell’area bisognosi di intervento di restauro. La mostra sarà visitabile nei giorni: martedì, giovedì e domenica pomeriggio, ore 15-18. Per gruppi e scolaresche c’è la possibilità, su richiesta, di prenotare visite guidate in altri giorni e orari ([email protected]; 3403144254 e 3389213848).

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