La cultura nei regimi dittatoriali: un viaggio in tre incontri

TEATRO. «La cultura nei regimi dittatoriali: fra propaganda e arte libera» è il titolo del ciclo di tre incontri che precedono la rappresentazione di «Re Lear è morto a Mosca», lo spettacolo dell’argentino César Brie che il 19 dicembre al Teatro Sociale aprirà la rassegna di Altri Percorsi della Fondazione Teatro Donizetti.

«Uno spettacolo prezioso da un punto di vista teatrale e dalla grande riflessione civile. Otto giovani artisti guidati da Brie, tra i quali Michelangelo Nervosi, uno dei ragazzi del nostro Progetto Young, narrano la storia del teatro ebraico Goset fondato a Mosca nel 1919 dal regista Aleksandr Granovskij e dal pittore-scenografo Marc Chagall. Un Teatro ammirato da Gordon Craig, che Stalin distrusse assassinando gli attori-registi che lo guidavano, Solomon Michoels e Venjamin Zuskin. Nello spettacolo la verità storica si intreccia alla capacità immaginifica di trasformare semplici oggetti, ritmi, movenze, danze e cori in un affresco sorprendente di umanità», racconta Maria Grazia Panigada, direttrice artistica della Stagione di Prosa e Altri Percorsi. «Lo spettacolo mostra come i regimi dittatoriali temano la libertà. Negli incontri, curati da esperti dei singoli settori, verrà proposta una riflessione sui linguaggi artistici – cinema, musica e arti visive – durante le dittature, con l’obiettivo di offrire una conoscenza storica, ma anche di dare strumenti di decodificazione e lettura sui linguaggi e sui messaggi che essi possono trasmettere».

«Nello spettacolo la verità storica si intreccia alla capacità immaginifica di trasformare semplici oggetti, ritmi, movenze, danze e cori in un affresco sorprendente di umanità», racconta Maria Grazia Panigada

Realizzati in collaborazione con Isrec, gli incontri si svolgeranno tutti alle 18 nella Sala della Musica «M. Tremaglia» del Teatro Donizetti con ingresso libero (prenotazione su eventbrite). Il via il 4 dicembre con «L’arte al servizio del regime. Il regime al servizio dell’arte. Continuità e discontinuità del cinema tra propaganda fascista e primo dopoguerra» con Luciana Bramati (Isrec) e Giorgio Giovanetti (Istituto nazionale Ferruccio Parri). L’11 dicembre sarà la volta della musica, con i casi del «Canto dei deportati», delle «Canzoni tristi» di Frida Misul e di «Fischia il vento», con Elisabetta Ruffini e Angelo Bendotti di Isrec. Il 18 dicembre «Arte e regime. La potenza dell’estetica» con Maria Grazia Recanati, del Politecnico delle Arti.

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