Intelligenza artificiale, le sfide di una nuova frontiera

LA RECENSIONE. Viene chiamata «intelligenza artificiale»: una macchina con abilità umane come ragionamento, apprendimento, pianificazione e creatività. Una serie di libri che spiegano uno dei temi più scottanti di questo periodo.

L’IA, sfida, frontiera e orizzonte del momento, è il punto di innesco di un cambiamento che investe tutti gli ambiti della vita e della società globale. «A cosa serve l’IA? - si chiede Papa Francesco - Serve a soddisfare i bisogni dell’umanità, a migliorare il benessere e lo sviluppo integrale delle persone, oppure ad arricchire e aumentare il già elevato potere dei pochi giganti tecnologici nonostante i pericoli per l’umanità?».
Va in cerca di risposte Yuval Noah Harari, storico, filosofo e autore bestseller in «Nexus. Breve storia delle reti di informazione dall’età della pietra all’IA» (Bompiani), in 600 pagine dense di notizie e riflessioni, in cui scorre una bella fetta dell’avventura umana.

«I computer - avverte Harari - stanno imparando a manipolare e modellare la società»: uno scenario che pone grandi questioni etiche e giuridiche, sollecita incisive contromisure e norme precise. Harari lascia aperta la speranza che l’umanità sia in grado di «creare reti informative equilibrate», regolando il potere degli algoritmi e creando meccanismi di autocorrezione. Parte da un punto di vista scientifico «Intelligenza artificiale» (Corbaccio) di Manfred Spitzer, studioso di neuroscienze, evidenziando i vantaggi dell’uso dell’IA: salvare vite, aiutare la ricerca medica e farmacologica, contenere il cambiamento climatico perfezionare le previsioni meteo. Il saggio di Francesca Rossi «Intelligenza artificiale» (Laterza), infine, in modo chiaro e comprensibile, analizza i cambiamenti che ha già prodotto l’intelligenza artificiale, i suoi limiti e le (molte) promesse per il futuro.

© RIPRODUZIONE RISERVATA