
Cultura e Spettacoli / Bergamo Città
Mercoledì 19 Febbraio 2025
In mostra il Taccuino delle meraviglie, un inventario d’arte medievale
LA BIBLIOTECA MAI. Il 23 febbraio verranno esposti i disegni di Giovannino de’ Grassi, uno dei massimi esempi dell’arte tardo gotica italiana. Dall’11 marzo l’opera andrà in prestito a Vienna.
Ghepardi, orsi bruni, daini, cervi, leopardi, struzzi (e persino un unicorno e l’Homo selvaticus): opportunità davvero da non perdere alla Biblioteca Mai, anche per chi è ancora convinto che manoscritti e incunaboli siano manufatti che affascinano solo gli addetti ai lavori. Nell’ambito di «Domenica ore 10» - l’iniziativa della Biblioteca civica che prevede l’apertura dell’atrio scamozziano ogni fine settimana dalle 10 alle 13 – il 23 febbraio sarà eccezionalmente prelevato dalla cassaforte ed esposto al pubblico il meraviglioso Taccuino di Giovannino de’ Grassi, considerato uno dei capolavori dell’arte tardo-gotica italiana, forse il più prezioso codice conservato alla Mai. Alle 11 la bibliotecaria Marta Gamba, alla presenza di Annalisa Rossi, soprintendente archivistica e bibliografica della Regione, guiderà alla scoperta del Taccuino dove si celano i celebri disegni di animali in movimento e l’alfabeto figurato (si potrà anche accedere alle sale storiche della Mai con visite guidate alle 10 e 12, prenotazione obbligatoria a [email protected]).
Un raro tesoro
«Ci è sembrato doveroso creare un appuntamento così unico anche perché il Taccuino è oggetto di prestito internazionale e partirà a breve alla volta del Kunsthistorisches Museum di Vienna – spiega la direttrice della Mai Cristiana Iommi –. Verrà infatti esposto nella mostra “Arcimboldo-Bassano-Bruegel Nature’s Time” che, dall’11 marzo al 29 giugno, ospiterà inestimabili capolavori provenienti da prestigiose istituzioni internazionali». «Quella di domenica rappresenta un’occasione straordinaria per tutti i bergamaschi e i turisti di passaggio – aggiunge l’assessore alla Cultura Sergio Gandi - che potranno vivere la meraviglia di questo capolavoro custodito tra i tesori più preziosi della “Mai” e che, per motivi di salvaguardia e tutela, raramente si ha l’occasione di ammirare». Si, perché il taccuino, tutto realizzato in pergamena, è un raro esempio di raccolta di modelli ad uso di una bottega artistica tardomedievale, un repertorio utile alla realizzazione di codici miniati, affreschi, sculture, ma anche di gioielli, tessuti, decorazioni parietali. A renderlo ancor più affascinante sono i soggetti: splendidi disegni di animali, di dame che cantano e suonano l’arpa, un fascicolo tutto dedicato agli uccelli e una serie di lettere dell’alfabeto figurate. Nel taccuino si riconoscono almeno cinque mani diverse, distribuite tra il XV e la fine del XVI secolo, ma la prima e più antica «firma», databile tra la fine del Trecento e i primi decenni del Quattrocento, recita «Johaninus de grassis designavit».
Pioniere del naturalismo
L’opera è nata, dunque, all’interno dell’ambiente milanese del tardo Trecento, nel quale Giovannino rivestiva una grande importanza in quanto architetto, pittore e scultore presso il Duomo di Milano, ma anche come miniatore del celebre Libro d’ore di Gian Galeazzo Visconti (Biblioteca Nazionale di Firenze). Ritraendo gli animali presenti nel parco del Castello visconteo di Pavia, Giovannino con il Taccuino si pone senza dubbio come «un pioniere del naturalismo», come scrivono Giulio Orazio Bravi e Maria Grazia Recanati, autori della scheda pubblicata nel catalogo della mostra viennese: «La tecnica di Giovannino, a piccoli tratti di pennello, che catturano ogni dettaglio dell’animale, inserendolo in uno spazio che viene suggerito dal movimento, indica che l’artista ha eseguito i disegni dal vero. Il moto dell’animale e l’evidente osservazione prolungata possono essere stati, in alcuni casi, perseguiti da Giovannino ponendo in posa gli animali morti, come era anche suggerito dal contemporaneo Cennino Cennini».
© RIPRODUZIONE RISERVATA