Cultura e Spettacoli / Pianura
Martedì 28 Gennaio 2025
Il coraggio degli studenti contro Hitler, un messaggio di speranza
TREVIGLIO. Al Tnt il 30 gennaio la compagnia Indole Teatro porta in scena «Il canto della Rosa Bianca», ispirato al sacrificio dei giovani che si opposero al regime nazista. «Un alla vita, a tutte le forme di protesta pacifica».
In occasione della Giornata della Memoria il 30 gennaio, alle 21, al Teatro Nuovo di Treviglio la compagnia Indole Teatro presenterà lo spettacolo «Canto della Rosa Bianca – Studenti contro Hitler», tratto dal testo dell’attore bergamasco Maurizio Donadoni e prodotto dal Teatro de Gli Incamminati. Nella Germania del Terzo Reich un gruppo di giovani studenti universitari fonda un movimento di resistenza clandestina denominato «Weisse Rose» (Rosa Bianca), che si oppone in modo totalmente pacifico alla violenza del nazismo. Dopo un’assidua opera di volantinaggio e propaganda iniziata nel 1942, i componenti del movimento vengono scoperti e condannati a morte al termine di un processo farsa durato poche ore. Verranno tutti decapitati tra il febbraio 1942 e il novembre 1943.
Dal testo di Maurizio Donadoni
«Abbiamo realizzato una riduzione e una nostra regia del testo di Donadoni – ci spiega Claudia Zappia, portavoce e organizzatrice della compagnia Indole Teatro –. Siamo ex studenti dell’Accademia d’arte del Dramma Antico di Siracusa e Maurizio è stato nostro insegnante. Durante il primo anno in Accademia abbiamo fatto una tournée scolastica portando in scena proprio questo testo. Al termine del percorso di studi abbiamo fondato una compagnia teatrale e abbiamo deciso di iniziare la nostra attività proponendo lo spettacolo di Maurizio. Nel 2017 abbiamo presentato il primo spettacolo alla Sapienza di Roma e l’anno successivo abbiamo iniziato la collaborazione con il Teatro de Gli Incamminati. Da allora abbiamo girato tutta l’Italia. La rappresentazione più toccante è stata quella nel carcere di Rebibbia».
Dissenso e sacrificio
Lo spettacolo narra la vita di Hitler, le fasi della sua ascesa al potere e l’effetto che ebbe la violenza del nazismo sulla vita di un soldato qualunque, per concludersi con una vera e propria celebrazione del sacrificio degli studenti di Monaco. «Si tratta di un testo molto dettagliato, frutto degli studi di Donadoni – continua Zappia –. Potremmo definirlo un documentario teatrale. Spesso dimentichiamo che la violenza nazista non si è rivolta solo contro gli ebrei, ma anche contro portatori di handicap, omosessuali, dissidenti politici, vale a dire tutti coloro che venivano considerati “diversi”. Questi giovani universitari rappresentano ancora oggi un esempio per i nostri ragazzi, perché hanno avuto il coraggio di manifestare il loro dissenso in modo completamente pacifico. Si trattava di semplici studenti, che sono stati in grado di portare avanti le loro idee in modo autonomo, talvolta scontrandosi anche con il professore di filosofia che li ha sostenuti nella loro attività di protesta. Il nostro spettacolo è un inno al coraggio, alla vita, a tutte le forme di protesta pacifica».
«Con questo spettacolo vogliamo dire ai giovani che non bisogna mai omologarsi, soprattutto nella nostra società dominata dai social. Bisogna sempre essere sé stessi e trovare il coraggio di contrastare qualsiasi forma di imposizione»
Resistenza non violenta
Il testo di Donadoni sceglie di celebrare uno dei rari momenti di resistenza non violenta al regime hitleriano e lo fa attraverso la centralità del corpo degli attori. «Il teatro è un’arma potentissima, che permette a noi attori di respirare e vivere davanti al pubblico,purtroppo le giovani generazioni hanno perso l’abitudine al teatro - conclude Zappia –. A volte questo ha anche dei lati positivi, perché nel momento in cui si avvicinano a questa arte si lasciano sorprendere. Nel corso degli anni le maggiori soddisfazioni sono arrivate proprio dagli studenti, che dopo lo spettacolo si avvicinano a noi attori con tante domande. Con questo spettacolo vogliamo dire ai giovani che non bisogna mai omologarsi, soprattutto nella nostra società dominata dai social. Bisogna sempre essere sé stessi e trovare il coraggio di contrastare qualsiasi forma di imposizione. I giovani dovrebbero avere una maggiore coscienza della nostra ricchezza in quanto esseri umani. Sono loro la nostra unica speranza».
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