Il «Circo sull’Acqua», uno show senza animali

L’INTERVISTA. Ad Azzano (vicino a Oriocenter) lo spettacolo di Tayler Martini e fratelli con giocolieri e artisti da guinness dei primati.

Una squadra d’artisti di fama internazionale: giocolieri, acrobati, funamboli, equilibristi e clown interpreti di uno show che non si è mai visto. Il tendone piantato ad Azzano San Paolo, a due passi da Oriocenter, è quello di un circo tradizionale; al suo interno però fino al 24 settembre Tayler Martini e i suoi fratelli porteranno in città uno show inedito, in cui l’altra indiscussa protagonista sarà nientemeno che l’acqua, con una piscina da 10mila litri al centro della scena e una serie di giochi e cascate a fare da sfondo alle esibizioni. L’appuntamento estivo con il circo in città (due spettacoli al giorno, alle 17.30 e alle 21.15, tranne il martedì) prende il via come da tradizione alla vigilia della festa di Sant’Alessandro e promette più di una sorpresa. «Le aspettative sono alte – dice Tayler Martini, anima del Circo sull’Acqua –; Bergamo è una piazza molto ambita per noi , soprattutto nel periodo di Sant’Alessandro. Insieme alle giostre del luna park, il circo è da sempre un punto di riferimento per le serate di fine estate dei bergamaschi».

Ma è davvero ancora così popolare?

«In questi anni c’è stato un calo, come in tutti i settori, a causa dei rincari che ci hanno letteralmente tagliato le gambe. Ma il circo fatto bene dà sempre i suoi frutti; lo spettacolo è un momento in cui le famiglie staccano la spina ed entrano in un’altra dimensione tornando tutti un po’ bambini».

Un circo sull’acqua, con fontane e cascate. Un’idea rinfrescante in questa estate torrida. Come nasce?

«L’abbiamo sperimentata due anni fa, subito dopo il Covid, debuttando a Cagliari con un grandissimo successo. L’anno scorso siamo stati a Napoli e adesso abbiamo deciso di puntare alle grandi città del Nord. Andremo presto anche a Milano e a Torino. È uno spettacolo innovativo, con quasi 40mila litri d’acqua che danzano al centro della pista, giochi e artisti internazionali di altissimo livello».

Da dove prendete tutta quell’acqua, soprattutto in un periodo di siccità come questo?

«La ricicliamo senza sprecarla. Abbiamo una cisterna da 25mila litri che ci portiamo dietro da una città all’altra. Ce ne servono solo altri 10mila litri per la piscina dello spettacolo che prendiamo dagli acquedotti delle città».

Avete annunciato artisti internazionali da guinness dei primati. Ci dà qualche anticipazione?

«I ragazzi peruviani del “Duo Vitalis”, che per la prima volta si esibiranno in Italia con un numero di verticalismo “mano a mano”. Loro sono già nel libro dei record per aver percorso la scalinata della cattedrale di Girona, in Spagna, in equilibrio “testa a testa”. Ci sarà Crazy Wilson, un artista spericolato che ha vinto tanti festival internazionali, tra cui quello di Montecarlo, che girerà su una ruota a velocità folle, con un salto mortale a 12 metri d’altezza e senza cavo di protezione. Sharin Monni, artista del Moulin Rouge, si esibirà in una sfera di plastica trasparente sospesa nel vuoto per poi lanciarsi nell’acqua, e anche questo numero non si è mai visto in Italia. Ma ce ne sono tanti altri».

Quant’è difficile proporre uno spettacolo circense senza animali?

«Noi siamo stati i primi in Italia nel 2013, a rinunciare agli animali, con il Circo degli Orrori. Era per un pubblico diverso, perché avevamo paura che le famiglie, mancando gli animali, non sarebbero venute al circo. Il pubblico ha risposto discretamente e, seppure all’inizio non è stato semplice, ci siamo abituati e abbiamo proseguito. Da tempo non siamo più gli unici. In fondo è solo una questione di mentalità. Tuttavia ancora oggi nel Sud Italia la richiesta degli animali c’è ancora ed è molto più alta che al Nord. Un po’ ci mancano, però abbiamo voluto staccarci e cambiare format. Resta il fatto che il circo è ancora l’azienda più monitorata, con o senza animali: ogni volta che cambiamo città personale e strutture – e, dove ci sono, gli stessi animali – passano sotto la lente dei controlli».

Per due anni avete collaborato con la famiglia Orfei e in particolare con il circo Rinaldo Orfei. Quel cognome è in Italia sinonimo di circo. Qual è oggi la loro eredità?

«Rinaldo Orfei era fratello di Nando e Lina e cugino di Moira e insieme a loro ha fatto la storia del circo. Hanno portato nel mondo spettacoli che tutti ci invidiavano e che per certi versi resteranno irripetibili. Resta tutto di loro e la nostra ammirazione e gratitudine nei loro confronti è profonda».

© RIPRODUZIONE RISERVATA