I Gavazzeni: un racconto di passioni musicali e politiche

MEMORIE. Mimma Forlani e il maestro Luigi Ripamonti, venerdì 17 maggio, offrono un viaggio nella biografia del direttore: dalle esibizioni legate a Bergamo alla sua giovinezza, a seguito dei genitori, a Roma.

Uno degli appuntamenti immancabili per la biblioteca di Città Alta è con il maestro Gianandrea Gavazzeni, cui è intestata. L’appuntamento, proposto dall’associazione Lettura & Cultura è fissato per venerdì 17 maggio alle 17.45 nello Spazio civico Rina Sara Virgillito. Mimma Forlani presenta: «Le passioni musicale e politica di Gianandrea Gavazzeni».

Il padre avvocato e critico musicale

In questa occasione il maestro Luigi Ripamonti consegnerà al pubblico i ricordi suoi e del padre musicofilo. Forlani, autrice del libro «I Luoghi di Gianandrea Gavazzeni, tra musica e parola», seconda edizione, LubrinaBramani, 2021, dal canto suo, continua a studiare la ricca personalità dell’intellettuale Gavazzeni che ereditò dal padre Giuseppe non solo la passione musicale ma anche quella politica. Il padre, pur provenendo da Bedulita, dove è sepolto con la moglie Rina Monzini, fu uno studente brillante. Si laureò in Giurisprudenza come alunno meritevole del collegio Ghislieri. L’avvocato Giuseppe Gavazzeni è stato uno dei fondatori del Partito Popolare di Bergamo nonché della «Società del Quartetto». Divenne uno dei collaboratori di L’Eco di Bergamo dove scrisse articoli di politica e di critica musicale. Si sposerà con Rina Monzini, e nel 1921 Giuseppe, Rina, Gianandrea si trasferì a Roma, essendo stato eletto il padre deputato nel Partito Popolare.

L’avventura romana

A ottobre Gianandrea sostiene l’esame di ammissione per il Conservatorio «Santa Cecilia» e lo supera brillantemente Inizia così «la grande avventura romana, tra infanzia e prima adolescenza, poiché furono 4 anni di continue scoperte», così scrive il Maestro nel libro «Scena e Retroscena». Dalla tribuna del Parlamento egli assisterà, pietrificato – come avrebbe poi ricordato – al discorso del deputato Enrico Gonzales che denuncerà la scomparsa avvenuta il 10 giugno 1924 di Giacomo Matteotti. Dopo il colpo di stato del 3 giugno 1925 la famiglia Gavazzeni rimarrà a Roma fino a giugno per consentire a Gianandrea di terminare l’anno scolastico al Conservatorio Santa Cecilia.

Il ritorno, l’arresto e il trasloco a Milano

Il ritorno a Bergamo fu pieno di tribolazioni. Dopo l’attentato a Mussolini, il 31 ottobre 1926 ad opera di Anteo Zamboni, gli squadristi fascisti per rappresaglia assaltano la casa dei Gavazzeni e portano l’avvocato Giuseppe in prigione alla Rocca. Per fortuna Aldo Pizzini, il segretario del partito Fascista, rientrato da Roma, lo libera. Non essendo più sicura Bergamo, l’avvocato si trasferì a Milano dove Gianandrea già frequentava il Conservatorio Giuseppe Verdi. A 40 anni Giuseppe Gavazzeni apre un nuovo studio e ricomincia da capo la sua carriera di avvocato. La sua vita è, tuttavia, segnata per sempre dal dolore, infatti morirà il 14 dicembre 1939, a 43 anni.

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