I capolavori scritti da Chopin e Liszt in dono ai musicisti del futuro

PATRIMONI. Il maestro Ceccato ha offerto alla Fondazione Polli Stoppani l’ultimo tassello della sua collezione. «Lo scopo è conservare e mettere a disposizione partiture preziose». La biblioteca musicale sarà a disposizione per attività di formazione, ricerca e divulgazione.

La musica come un patrimonio vivente da trasmettere alle future generazioni. Questa la concezione che emerge nelle linee progettuali della Biblioteca musicale Victor de Sabata e Aldo Ceccato presentate durante una conferenza stampa indetta il 14 giugno alla Fondazione Polli e Stoppani. Nell’occasione è stato anche mostrato l’ultimo deposito a compimento della donazione con cui il maestro Ceccato ha permesso la nascita della Biblioteca Musicale: l’opera omnia del compositore e pianista Fryderyk Chopin (1810-1849) nella revisione rara del pianista Ignacy Jan Paderewski (1860-1941) e l’opera omnia del pianista e compositore Franz Liszt nella versione originale. A Palazzo Polli Stoppani in Città Alta, dove questo lascito è ora a disposizione della cittadinanza e non solo, il maestro Ceccato ha raccontato di come, durante un incontro con i fratelli Giovanni e Francesco Gavazzeni avesse loro espresso la preoccupazione riguardo a chi lasciare la sua biblioteca un giorno. Da qui l’idea di una donazione alla Fondazione Polli e Stoppani.

Una felice scoperta

«Ignoravo l’esistenza dell’istituto - ha ammesso - ; mi invitarono a visitare questo palazzo meraviglioso e me ne innamorai al punto da decidere senza alcuna esitazione di donare la mia collezione alla fondazione». Il maestro ha poi ricordato i molteplici scopi della donazione. «Prima di tutto si tratta di garantire conservazione a circa 3000 partiture, tra quelle di Victor De Sabata (mio suocero) e le mie, radunate in ben 65 anni. Sono volumi preziosissimi, appartenenti a edizioni particolari, importanti perché rivedute da grandi musicologi o da grandi interpreti originali. Il secondo scopo è offrire ai giovani e anche a studiosi, musicologi e critici, un sapere che io stesso non mi stanco di assimilare. Ogni giorno che passa vorrei ricominciare a studiare musica da capo, naturalmente con la mentalità e l’esperienza di oggi; mi rendo sempre più conto di quanto sia affascinante ma anche difficile la musica, soprattutto la grande musica».

Un festival da costruire

Rammentando la benedizione di essere nati in Italia ha aggiunto: «Viviamo e apparteniamo ad un Paese che ha dato la luce a grandissimi autori, soprattutto nel mondo lirico, che tengono aperti tutti i teatri del mondo. Le loro opere potrebbero generare nel Belpaese un afflusso di turismo e di appassionati indicibile. Guardando dal Nord al Sud abbiamo Donizetti (Bergamo), Verdi (Parma), Puccini (Torre del Lago), Rossini (Pesaro), Bellini (Catania). Questi cinque grandi potrebbero costituire la giusta concatenazione per pensare a un festival di risonanza internazionale. Ne parleremo senz’altro in maniera più approfondita in futuro». Piglio visionario e ambizione pragmatica rendono il maestro Ceccato un faro in quello che è «un disegno ampio e lungimirante, di pregevole attualità e dalle finalità scientifiche, divulgative e didattiche» come notato in un telegramma dal presidente della Regione, Attilio Fontana, assente per motivi istituzionali ma presente nell’invio dei «migliori auspici». Che la fruibilità pubblica di questa collezione di partiture costituisca un momento di grande rilevanza culturale per l’intera regione, oltre che per la città di Bergamo, è evidente. La Fondazione Polli e Stoppani sarà ancor più un centro di eccellenza culturale, un punto di riferimento per studiosi e appassionati di musica.

Dialogo e visione internazionale

Luca Loglio, il direttore scientifico della Biblioteca musicale ha illustrato i principi che lo guideranno nei prossimi anni assieme al Direttore musicale Giovanni Gavazzeni e al Conservatore Francesco Gavazzeni. «Tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale saranno i tre pilastri della nostra attività, ai quali aggiungerei un quarto: la vivificazione; intendendo con questo termine che un patrimonio musicale, pur nella irripetibilità del momento, può essere ogni giorno rimesso a vita. La base scientifica rigorosa e necessaria permetterà la programmazione di attività sia di alta formazione e di ricerca sia divulgative». Prosegue: «Il materiale presente nella biblioteca è già completamente schedato ma l’intenzione è di approdare a una catalogazione che non sia fine a se stessa. La digitalizzazione sarà effettuata ovviamente dopo una scrematura atta a privilegiare cosa sia di assoluto pregio. Poi troveremo una piattaforma digitale agile e di facile consultazione per chi non sia qui in presenza. L’atteggiamento è quello di una totale apertura verso il pubblico; in direzione opposta allo sterile intellettualismo promuoveremo dialogo e confronto con le istituzioni e con altre fondazioni, nell’ambizione di sposare una internazionalità di pensiero e di relazioni».

La borsa di studio

Infine è stata presentata la I Edizione della Borsa di Studio per studi musicali dedicata ai giovani Musicisti, del valore di 1.500 euro ed attiva, con cadenza annuale, da ottobre 2024. Sarà la prima di altre attività a sostegno delle nuove generazioni. Una piccola anticipazione sull’autunno: a novembre verrà qui dedicato al centenario della morte di Giacomo Puccini, ricordando in particolare «Tosca» di cui Victor De Sabata fu interprete eccellente nell’edizione scaligera con Di Stefano e Callas.

© RIPRODUZIONE RISERVATA