Gli artisti del teatro di Kiev a Bergamo: «Salvare la pace è la cosa più importante»

In esilio dall’Ucraina Oleksandr Sacharov, direttore del Circus-Theatre Elysium di Kiev che va in scena stasera al Creberg con «Alice in Wonderland», confida: «Non ci aspettavamo che la guerra potesse colpirci davvero».

«Non ci aspettavamo che la guerra potesse accadere veramente. A fatica ci siamo resi conto che era successo davvero, ma soprattutto mai avremmo pensato che potesse continuare fino ad ora». In queste parole disarmanti c’è tutto lo stupore, l’incredulità e il disorientamento di Oleksandr Sacharov. Il direttore esecutivo del Circus-Theatre Elysium di Kiev, in scena stasera al Teatro Creberg con «Alice in Wonderland», si fa portavoce delle emozioni, dei pensieri e delle preoccupazioni della sua compagnia. Trenta artisti, tra ballerini e acrobati, che a due mesi dallo scoppio della guerra nel loro Paese continuano ad affrontare il palcoscenico dei teatri di mezza Italia. Andare in scena tutte le sere non è facile, ma come sottolinea Sacharov «è molto importante. È il nostro lavoro. Il palco è la nostra vita. Quando saliamo sul palco è l’unico momento, e l’unico posto in cui riusciamo a smettere di pensare a questo incubo almeno per qualche ora».

La tournée in Italia da tre settimane

Quando è scoppiata la guerra in Ucraina la compagnia Circus-Theatre Elysium, fondata a Kiev nel 2012, si trovava in Italia da tre settimane. Oltre al panico e alla paura per la sorte dei loro familiari, gli artisti hanno dovuto anche scegliere cosa fare. Il rientro in patria, per gli uomini, avrebbe comportato l’essere arruolati. È stata scelta l’alternativa migliore, quella di proseguire la tournée in Italia. Partita agli inizi di febbraio dal Teatro Brancaccio di Roma, si sarebbe dovuta concludere a metà marzo, ma grazie alle richieste giunte da molti teatri, non ultimo il nostro, continua con successo.

Il testo di Alice nel paese delle meraviglie

«Alice in Wonderland» (nel paese delle meraviglie, in italiano), tratto dal romanzo fantastico di Lewis Carroll del 1865, è stato rielaborato nell’impianto estetico dalla compagnia di Kiev con un cast circense, formato da acrobati, atleti, ballerini e clown. La compagnia rivendica l’autonomia del linguaggio di scena esaltandolo con scelte avveniristiche senza tralasciarne, tuttavia, la funzione narrativa del racconto originario. I personaggi di «Alice nel paese delle meraviglie» appaiono davanti al pubblico nella loro interpretazione circense. Un progetto artistico dunque che intreccia molteplici discipline, dalla ginnastica acrobatica alla recitazione, alla danza, con il grande collante della fisicità e dell’energia: «In questo momento così difficile per noi, per il nostro popolo, quello che ci dà la forza, anche di trasmettere la nostra energia al pubblico è l’amore per la nostra professione e per le persone che vengono ogni sera a vedere il nostro spettacolo. Stiamo avendo un sostegno enorme dall’Italia, da diverse regioni e anche dalla vostra città. Solo grazie a questo aiuto saliamo ancora sul palcoscenico per dare vita alla nostra arte. E di questo siamo grati al pubblico».

«In questo momento così difficile per noi, per il nostro popolo, quello che ci dà la forza, anche di trasmettere la nostra energia al pubblico è l’amore per la nostra professione e per le persone che vengono ogni sera a vedere il nostro spettacolo. Stiamo avendo un sostegno enorme dall’Italia, da diverse regioni e anche dalla vostra città. Solo grazie a questo aiuto saliamo ancora sul palcoscenico per dare vita alla nostra arte»

Dopo i primi giorni dallo scoppio della guerra, in cui la preoccupazione maggiore per gli artisti era la sicurezza dei propri cari, adesso la situazione è migliore: «Grazie a Dio le nostre famiglie, al momento, stanno bene – sottolinea Sacharov, che è riuscito a ricongiungersi con la moglie e la figlia, arrivate in Italia a metà marzo –. Tutte le famiglie dei nostri artisti sono in un posto sicuro. Alcune sono in Italia, con quelle che sono rimaste in Ucraina siamo sempre in contatto».

L’incredulità per la guerra in atto

La guerra è scoppiata nell’incredulità generale e al momento non lascia intravedere una conclusione a breve. Difficile, se non impossibile, fare progetti: «Quando tutto questo sarà finito alcuni di noi torneranno in Ucraina, altri andranno in nuovi posti per nuovi progetti, ma quello che è certo è che non ci fermeremo. Continueremo a esibirci, a creare spettacoli. Se dovessimo adesso aggiungere un nuovo quadro ad “Alice” proveremmo a dire alla gente quanto sia importante salvare la pace. E che la cosa più importante in questo mondo è la vita umana».

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