Gianni Morandi, 80 anni vissuti a cento all’ora

IL COMPLEANNO. L’eterno ragazzo spegne mercoledì 11 dicembre le candeline e fra due giorni lancerà il nuovo album, «L’attenzione», sull’amore senza distanze.

L’ottantesimo compleanno lo festeggia allo stadio di Lisbona tifando per il Bologna in sfida col Benfica in Champions League. Il cuore rossonero l’11 dicembre batte più forte di una cassa in quattro quarti. Ma di certo è la musica che ha accompagnato Gianni Morandi da quando andava a cento all’ora sulla Seicento Fiat del Boom economico.

Morandi spegne le candeline e tra due giorni parte un’altra festa: esce su tutte le piattaforme il nuovo album «L’attenzione», anticipato dall’omonimo brano scritto dall’amico e compagno d’avventure Lorenzo Jovanotti. Il primo frutto d’amicizia citava «L’allegria» e, visto i titoli secchi, con un solo concetto, nulla ci leva dalla testa che manchi l’ultimo anello di una possibile trilogia. Vedremo. Intanto «L’attenzione» canta dell’amore senza distanze, qualcosa che sia in grado di trascendere i confini fisici, temporali. Lo stile Jova che sposa perfettamente la figura del Gianni nazionale.

Il tempo per lui sembra non passare come dimostra la versione riveduta di «C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones», evergreen interpretato con molti amici e qualche protagonista della Generazione Z. Un’idea discografica che rende giustizia alla longevità del pezzo, del tema pacifista, purtroppo di attualità, della carriera di Morandi, spesa tra musica, cinema, teatro, televisione. Non c’è cosa dello spettacolo che quest’uomo non abbia attraversato o direttamente, o attraverso le sue canzoni. Ora Gianni è protagonista anche sui social dove allaccia il filo diretto col suo pubblico e tocca 3,2 milioni di seguaci su Facebook.

Carriera irresistibile

La sua è una carriera irresistibile che ha conosciuto alti e bassi, ritorni e ripartenze. Quando il beat è tramontato e i cantautori italiani hanno iniziato a fare sul serio, lui umilmente s’è fatto da parte, è andato al conservatorio, si è diplomato. Poi è tornato in auge e la gente, il suo pubblico, ha come tirato un respiro di sollievo. Neppure l’incidente domestico del 2021 l’ha allontanato più di tanto dalla musica, dal suo lavoro. Le mani ustionate l’han fatto tribolare, ma alla fine è passata anche questa.

La sua storia

Figlio di un calzolaio e una casalinga, a Monghidoro, sull’Appennino bolognese, Morandi lavorava come venditore di bibite in sala, al cinema Aurora, teatro delle sue prime esibizioni. Gianni aiutava il padre in negozio. È alle feste dell’Unità che si ritrova a cantare su un palco, davanti a tanta gente. Da allora non ha mai smesso ed è diventato una delle colonne portanti della musica leggera italiana. Cinquanta milioni di dischi venduti nel mondo e un curriculum di tutto rispetto dove Sanremo ha fatto e fa la sua parte. Sette volte in gara, vincitore nel 1987 con Ruggeri e Tozzi, conduttore nel 2011e 2012, ancora nel 2023 accanto ad Amadeus. E poi una Targa Tenco, tante tournée, con Dalla, nel 1988, Baglioni, dal 2015 al 2016. Trentasei album in studio, 6 live, un’ottantina di singoli e una settantina di antologie.

Gli esordi

L’esordio discografico nel 1962 con «Andavo a cento all’ora» e «Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte». Due anni dopo la vittoria al «Cantagiro» con «In ginocchio da te», nel 1966 a «Canzonissima» con «Non son degno di te». Negli anni Settanta la canzone d’autore lo manda al confino, negli anni Ottanta ritorna per non andarsene più. Sarà anche un cantante tradizionalista e commerciale, ma alla gente piace, trasversalmente, di generazione in generazione. «Canzoni stonate» è uno dei brani della riconquista; «Uno su mille» racconta la sua storia.

I concerti a Bergamo

A Bergamo Gianni Morandi è molto amato, ha suonato diverse volte in città, anche in provincia. Tracce risalgono al 1967. Nel 2004 tornava al «Donizetti» dopo vent’anni. Fu un trionfo. Si è esibito anche allo stadio per Unitalsi. Il concerto che ricordiamo con più affetto è quello del 1996 alla Celadina. Allora aveva scelto di girare l’Italia con una struttura circense: lui al centro, la gente intorno che poteva toccarlo. Un bagno di folla vero, fiato a fiato, con tante strette di mano, una tensione viva, palpabile. Il concerto indimenticabile di un cantante entrato per sempre nell’immaginario collettivo del Paese.

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