Gamec: «La nostra “lunga” biennale, l’arte in viaggio con la sostenibilità»

IL MUSEO . Al via i nuovi progetti di «Pensare come una montagna» della Gamec: giovedì a Casnigo, sabato a Bergamo e Vertova aprono altre mostre sul territorio che invitano a riflettere su ambiente e collettività.

Giovedì 3 ottobre a Casnigo e sabato 5 a Bergamo e Vertova aprono al pubblico i nuovi progetti di «Pensare come una montagna», il programma biennale promosso dalla Gamec, che vede il museo impegnato nella realizzazione di progetti artistici diffusi in città e sul territorio, con l’intento di creare nuovi percorsi di condivisione volti a riflettere sui temi della sostenibilità e della collettività.

Dopo i contributi di Sonia Boyce, Mercedes Azpilicueta, Chiara Gambirasio, Lin May Saeed e Studio Ossidiana per Bergamo, Castione della Presolana, Dalmine e Brembate, il nuovo ciclo di eventi vede protagonisti gli artisti Marta Cuscunà, Gabriel Chaile, Yesmine Ben Khelil e Agostino Iacurci, insieme alle comunità di Casnigo, Vertova e Bergamo.

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Le fondamenta del progetto

«Arte, Territori, Comunità» sono i fattori X di una progettualità sfidante per un museo d’arte contemporanea. Il titolo «Pensare come una montagna», infatti, non è solo una citazione dal libro di Aldo Leopold, pioniere dell’ambientalismo, ma si traduce nel tentativo di approfittare della possibilità che la montagna ci offre per adottare una prospettiva diversa da quella cui siamo abituati, per uscire dalla dimensione antropocentrica e guardare noi stessi a distanza, per vederci all’interno di un sistema più grande e ripensare all’impatto delle nostre azioni e relazioni, per interrogarci su che cosa saremo domani.

Arte in condivisione con il territorio

I progetti proposti nascono, dunque, in condivisione con territori e comunità, affrontando insieme tematiche cruciali. Giovedì 3 ottobre, alle 21, il suggestivo spazio del teatro liberty di Casnigo, fondato negli anni Venti del Novecento, accoglierà il racconto performativo di Marta Cuscunà (Monfalcone, 1982) «Alleanze multispecie. Fantascienza, femminismi e creature più-che-umane». L’autrice e performer di teatro visuale, nota per la sua ricerca che unisce l’attivismo ambientale e sociale alla drammaturgia per figure, utilizzando le marionette. In scena, il viaggio immaginifico dell’artista oltre il confine sempre più sfocato che separa il naturale dall’antropico, l’individualità e la simbiosi, aprendo all’interrogativo sul futuro del pianeta Terra.

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La «Festa del pane» a Vertova

Il progetto che forse più incarna lo spirito di «Pensare come una montagna» è la «Festa del pane» che avrà luogo il 5 ottobre nell’ex convento – Circolo degli anziani di Vertova. L’artista argentino Gabriel Chaile (San Miguel de Tucumán, 1985) esplora le tradizioni pre-colombiane del suo Paese per intrecciarle con le esperienze e i racconti delle variegate comunità che incontra, dando vita a opere che celebrano la memoria collettiva e la narrazione visiva, e che affrontano temi quali la sostenibilità, il cooperativismo, la decolonizzazione. In Val Seriana, l’artista ha raccolto testimonianze delle tradizioni locali legate alla produzione del pane e della pasta, con il fine di creare un’opera-forno capace di celebrare e riattualizzare queste usanze. In occasione di un «Bread Baking Party», nel forno verranno cotti i «Michini di San Patrizio», pane benedetto distribuito ai fedeli di Vertova fino alla Prima Guerra Mondiale. La tradizione dei «Michini» è stata recentemente recuperata, con la produzione affidata a un forno locale e la distribuzione presso il Santuario di Colzate dedicato a San Patrizio. Fare il pane, così come riprendere a impastare i «Teedèi», tipiche tagliatelle di Vertova, assume oggi un significato particolare: generare relazioni che si ricostruiscono attraverso pratiche condivise.

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Due opere all’Orto Botanico di Bergamo

Due le installazioni in città, all’Orto Botanico, fino al 19 gennaio. Nel Giardino d’inverno, l’artista Yesmine Ben Khelil (Tunisi, 1986) individua l’Acanto come specie profondamente radicata sia nel paesaggio urbano bergamasco che nella sua città natale, e più in generale nel Mediterraneo. La pianta, al contempo seducente e «aggressiva», diventa dunque il pretesto simbolico per un parallelo con le complesse dinamiche che interessano quest’area. L’installazione di Agostino Iacurci (Foggia, 1986), «Dry Days, Tropical Nights», dialoga invece con la forma rigorosa dell’architettura bellica cinquecentesca della Polveriera Superiore, costruendo nuovi paesaggi con elementi scultorei luminosi, accompagnati da un intervento sonoro progettato appositamente dal DJ e produttore uruguaiano Lechuga Zafiro. Sempre fino al 19 gennaio, nello Spazio Zero della Gamec si riunisce «Il Parlamento delle Marmotte»: in mostra una selezione di opere esposte nell’ambito della nona edizione della Biennale Gherdëina, curata da Lorenzo Giusti, che si concentra in particolare sulla possibilità di una ricucitura culturale e politica tra Alpi e Mediterraneo.

In contemporanea, in museo sarà presentata l’opera video «En Ausencia» di Caterina Erica Shanta, selezionata da Gamec per la sedicesima edizione di Artists’ Film International, il programma cinematografico itinerante, curato e presentato collettivamente da quindici istituzioni d’arte contemporanea internazionali. Per questa edizione, Gamec e gli altri partner hanno commissionato o selezionato film recenti di autori e autrici che indagano il tema della «solidarietà», intesa come una forma collettiva di resistenza, unione e interdipendenza.

Tutto il programma di «Pensare come una montagna» è promosso e raccontato nella rivista online che lo accompagna. Info www.gamec.it.

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