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Mercoledì 18 Dicembre 2024
Gamec, il Biennale delle Orobie: un mosaico d’arte sostenibile
IL CALENDARIO 2025. Dagli alpeggi alla città, «Pensare come una montagna» 2025 si articola in tre cicli. Proiezioni, installazioni e mostre in dialogo con il territorio. Giusti: «Occasioni per creare stretti legami».
Il Biennale delle Orobie - Pensare come una montagna, anno secondo. Première milanese ieri pomeriggio, alla presenza tra gli altri dell’assessore alla Cultura di Bergamo Sergio Gandi, per il lancio della programmazione 2025 dell’happening culturale sparso per i territori della provincia e spalmato su due anni ideato dal direttore artistico della Gamec Lorenzo Giusti. Un programma che quest’anno è strutturato su tre differenti cicli di eventi, che saranno inaugurati rispettivamente a febbraio, giugno e ottobre.
«Stiamo componendo un mosaico molto articolato. All’inizio, quando i progetti erano ancora pochi, questo mosaico non aveva ancora delineato una figura, mentre adesso tutte queste progettualità assieme mettono a fuoco quelli che sono i temi a cui stiamo dedicando questi due anni di Pensare come una montagna: il tema della comunità, il tema della partecipazione e, naturalmente, anche il tema della sostenibilità», ha confidato il direttore Giusti.
La grande comunità
«La sostenibilità per noi si manifesta soprattutto nel lascito culturale. Quindi, far sì che questi eventi che noi curiamo e che queste opere e relazioni che si instaurano con il territorio e le comunità delle valli non siano relazioni a breve termine, né progetti usa-e-getta, ma siano occasioni per creare legami stretti. In ultima analisi, il nostro obiettivo è fare sì che questa grande comunità che stiamo chiamando alla partecipazione, poi possa sentire come casa propria la nuova sede museale bergamasca della Gamec (la cui apertura dovrebbe avvenire nell’autunno del 2026, ndr)».
Nel dettaglio, il primo slot porterà a proiettare in alcuni vecchi cinema e teatri di Vedeseta (Val Taleggio), Gromo (Val Seriana), Averara (Val Brembana) e Gorno (Val del Riso) un tris di cortometraggi che affrontano da vari punti di vista il mondo animale (il lupo e gli uccelli migratori, rispettivamente nei video di Michela de Mattei e Invernomuto e di Agnese Galioto) e la natura (con una riflessione sulla pastorizia negli alpeggi a cura di Giulio Squillacciotti). In programma a febbraio anche la 12a edizione del Premio Lorenzo Bonaldi per l’arte che, prima di approdare negli spazi della Gamec, sarà presentato a Serina, là dove è nato Lorenzo Bonaldi, la cui figlia Simona dall’aprile scorso è presidente del Consiglio direttivo del museo bergamasco. Per la cronaca, in occasione dell’inaugurazione si terrà una performance dell’artista australiana Felicity Mangan.
Maurizio Cattelan è la superstar
Da giugno a settembre, oltre alla mostra e alle installazioni della superstar Maurizio Cattelan tra Città Alta e Città Bassa, il Biennale delle Orobie coinvolgerà Villa d’Almé con un’opera dell’artista argentina Cecilia Bengolea, mentre i comuni della Val Serina Dossena e Roncobello ospiteranno lavori site-specific dell’artista tedesco Julius von Bismarck e dell’artista di origini bergamasche Francesco Pedrini. Inoltre, grazie alla collaborazione fra GAMeC e Cai di Bergamo, il laboratorio di progettazione EX., nato dal lavoro di Andrea Cassi e Michele Versaci, si occuperà della ricostruzione dello storico Bivacco Aldo Frattini a Valbondione, in Valle Seriana: nelle intenzioni sarà la «sede» della Gamec a 2.300 metri di altezza, che servirà come base per le attività di monitoraggio ambientale, raccolta dati e ricerca scientifica, contribuendo alla conoscenza e alla protezione degli ecosistemi montani.
Verso il nuovo museo
Il ciclo autunnale includerà una mostra del collettivo artistico italiano Atelier dell’Errore per la project room della Gamec; ma anche tanti incontri fra le comunità locali e gli artisti. La sudafricana Bianca Bondi, per esempio, realizzerà un’installazione site-specific per la chiesa sconsacrata di Santa Maria di Gerosa in Val Brembilla, mentre nella Valle della Biodiversità di Astino, in collaborazione con l’Orto Botanico Lorenzo Rota, l’artista spagnola Asunción Molinos Gordo svilupperà un workshop artistico-partecipativo che intende presentare alle nuove generazioni un modello di gestione sostenibile e multifunzionale. Infine, il messicano Abraham Cruzvillegas presenterà a sua volta un’installazione ad hoc, realizzata in forma partecipata da alcune comunità della pianura bergamasca, con oggetti di uso quotidiano e materiali di scarto provenienti dal territorio.
«L’idea che abbiamo è di inaugurare il nuovo museo a Bergamo con una mostra con tutto il mosaico di Pensare come una montagna. Un mosaico di opere, interventi e relazioni finalmente ricomposto e finalmente visibile come immagine unica», ha chiosato il direttore artistico Giusti.
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