Europa, Usa, guerre, democrazie in crisi: a «Molte fedi» in scena il mondo che cambia

IL PROGRAMMA. Francesco Mazzucotelli è il nuovo coordinatore della rassegna che dal 21 luglio al 19 novembre proporrà circa 60 incontri: «Dall’attualità alla storia, dalla religione alla geografia, tanti i temi che affronteremo».

«Il tema trasversale sono i cambiamenti che sta attraversando il mondo in questo momento». Cambiamenti a volte drammatici, spasmodici, che ingenerano «grandi preoccupazioni per il futuro: è difficile sfuggire a un senso diffuso di preoccupazione, che sempre più assume toni apocalittici. È la fine del mondo oppure “soltanto” la fine di “un” mondo, un modello sociale, uno stile di vita?». Quasi per statuto, «Molte fedi sotto lo stesso cielo», ricca ed articolata manifestazione organizzata da Acli Bergamo, intende fornire chiavi di lettura e interpretazione del presente. È ora disponibile, sul sito www.moltefedi.it, il programma dell’edizione 2024, intitolata, non a caso: «Passaggi. E voi come vivrete?».

Le Card per prenotare gli eventi

Una sessantina di appuntamenti, dal 21 luglio al 19 novembre, tra spettacoli, concerti, conferenze, visite guidate e proiezioni, da settembre a novembre prossimi, con un’«anteprima» a luglio: domenica 21, ore 11, Elisa Palazzi, climatologa, ricercatrice del Cnr e docente all’Università di Torino, specializzata nello studio dei cambiamenti climatici in montagna, parlerà, in montagna, a Schilpario (Fondi), di «Febbre ad alta quota. Un pianeta che cambia». Lunedì 1 luglio, ancora, si apre la sottoscrizione delle Card, contributo volontario di 50 o 150 euro (gratuita per gli under 25), che consente di prenotare gli eventi con una settimana di anticipo, e di assistere ad appuntamenti riservati. L’inaugurazione della rassegna martedì 10 settembre, ore 20.45, al Lazzaretto, con La Piccola Orchestra dei Popoli, che raccoglie musicisti di nazionalità e culture diverse. Mercoledì 11 settembre, al Conca Verde, dalle 20,45, «Non si lavora così!», conversazione con Stefano Massini sul tema del lavoro.

Da Patrik Zaki a Franco Arminio

Tra i molti incontri seguenti, il 20 settembre, sempre dalle 20,45, nell’Aula Magna di S. Agostino, il giornalista Marco Tarquinio sullo stato di salute della democrazia nell’Ue. Il 24,

stesso orario, Tiziana Ferrario, alla Sala Gamma di Torre Boldone, sul «Passaggio alla modernità. Milano, il lavoro, le donne», tema del suo recente romanzo storico «Cenere» (Mondadori, 2024). Lunedì 30, 20,45, nell’Aula Magna di S. Agostino, Patrick Zaki con la giornalista Paola Caridi. Il 9 ottobre, stesso orario, in quella Basilica che riesce a riempire, ogni volta, di pubblico, Massimo Recalcati propone le sue «Riflessioni sul rapporto di Gesù con la morte». Lunedì 14 ottobre, ore 21, al Teatro Serassi, il poeta Franco Arminio con la cantante Ginevra Di Marco. La novità, però, più saliente di questa edizione è che al timone non c’è più l’ideatore e coordinatore «storico» della rassegna, Daniele Rocchetti: nuovo timoniere è Francesco Mazzucotelli, docente di storia della Turchia e del vicino Oriente all’università di Pavia.

Professor Mazzucotelli, elementi di continuità-discontinuità rispetto alle precedenti edizioni?

«Primo elemento di continuità è un pubblico fidelizzato, attento, a cui non vogliamo smettere

di offrire gli spunti di riflessione e temi che hanno caratterizzato le edizioni passate. Ci saranno sicuramente alcuni ritorni di ospiti. Poi, l’impostazione di fondo di quello che non è solo un cartellone di eventi, ma vuole essere un incubatore di domande, interrogativi, spunti di riflessione per i molti che ci seguono con affetto. A fianco di questa continuità cerchiamo anche di ascoltare le inquietudini che sorgono dalle persone, di intercettare nuove fasce di pubblico, coinvolgendo un po’ di più i giovani, non per inseguire mode, ma perché crediamo sia un lavoro culturale di cui c’è bisogno».

Come richiamare il loro interesse?

«C’è un’attenzione più pronunciata alle tematiche ambientali. Prosegue il dialogo con il mondo della scuola, sia attraverso il corso che organizziamo per i docenti delle superiori, sia con l’invito a classi di studenti a partecipare ad alcune serate. Cerchiamo di essere più presenti su alcuni canali social, come Instagram e Tik Tok. Una scommessa senza alcuna ansia di essere presenti ovunque e a tutti i costi. Vogliamo mantenere l’impostazione, il contenuto di fondo: una serie di valori che hanno sempre ispirato questa rassegna, e continueranno a farlo».

Nel programma si notano ritorni di «amici di Molte fedi» e volti nuovi.

«Sì, ci sono nomi che sono amici della rassegna, molto amati dal pubblico: un graditissimo ritorno, una solida riconferma. Per quanto riguarda gli altri, non ci siamo mossi secondo la logica del grande nome, che fa impatto, ma abbiamo cercato di ragionare per temi, perché quello che abbiamo provato a fare quest’anno è dare un po’ più di raccordo alle sezioni che formano il programma, non aderendo ad una logica di visibilità “pop”. Piuttosto che il nome di grandissimo richiamo, abbiamo invitato persone a noi note, meno famose presso il grande pubblico, che ci sembra possano dire cose “sul pezzo”».

Cosa significa raccogliere il testimone da un predecessore come Daniele Rocchetti, il cui nome, personalità, stile, scelte, hanno fortemente marcato la manifestazione?

«Una bella responsabilità, impegnativa. Però in una direzione motivante, non angosciante. Daniele è persona di grande carisma, con una storia ben nota, una personalità a tutto tondo. Sono consapevole di essere una persona differente, con i miei pregi e i miei limiti. Sarebbe sciocco se facessi la brutta copia, l’imitazione di Daniele. Quello che voglio fare è capire in che modo le mie potenzialità e risorse possano essere messe al servizio di un lavoro culturale che è un prodotto collettivo».

Per Molte fedi le card sono sempre state risorsa fondamentale. Come vengono scelti gli eventi riservati in esclusiva ai sottoscrittori, quest’anno con Lucilla Giagnoni («Abitare poeticamente il mondo», 01/10, ore 20,45) e Massimo Recalcati (09/10), entrambi in Basilica?

«Volevamo assicurare che le persone che scelgono di sottoscrivere avessero la possibilità di assistere a questi incontri molto richiesti. Giagnoni e Recalcati sono ospiti affezionatissimi, molto attesi ed amati da chi ci segue da molti anni. Queste serate sono come un regalo a chi ci sostiene».

Come si strutturano e intrecciano le sezioni, «Storia», «Geografie», «Monoteismi»?

«Provano a declinare in maniera più specifica il tema principale del cambiamento, dei “Passaggi”. La sezione “Storia” affronta dei periodi storici di passaggio: con lo storico Alessandro Vanoli, per esempio, dal Medioevo all’età moderna, con la scoperta delle Americhe, e “L’invenzione dell’Occidente”; con Tiziana Ferrario, dalla Lombardia agricola alla Milano operaia. La sezione “Geografie”, legata all’attualità internazionale, prende lo spunto dai tanti appuntamenti elettorali di questo 2024. Abbiamo pensato di dedicare questa sezione alle fatiche, e, in alcuni casi, alle crisi dei sistemi democratici. Di Europa ci occupiamo con Marco Tarquinio, degli Usa con Oliviero Bergamini, dell’Africa con Giovanni Carbone dell’Ispi, di India e Pakistan con Elisa Giunchi della Statale. I risultati elettorali saranno spunto per capire come stanno cambiando questi paesi, quali le tensioni al loro interno e i loro obiettivi. “Monoteismi” è una sezione tradizionale nella quale, quest’anno, svilupperemo il tema dell’apocalittica: come, cioè, le diverse religioni hanno affrontato il tema della fine del mondo. Non per andare in direzione dei film catastrofico-apocalittici americani, ma per evidenziare come tutte queste narrazioni, in realtà, rimandino all’idea di nuovi mondi, di altri cieli, altre terre, altri futuri possibili».

La tradizionale sezione dedicata alla Bibbia - tre incontri a S. Fermo dalle 20,45 - è tutta puntata su figure femminili: il 19 settembre il Libro di Rut con Luciano Manicardi; il 3 ottobre il Libro di Giuditta con Simona Segoloni; il 17 ottobre il Libro di Ester con Giusi Quarenghi. Il 9 novembre, ancora, dalle 15, “Ester e le altre” donne della Bibbia saranno oggetto della visita ai dipinti della Basilica guidata da Rosella Ferrari e Perlita Serra Bailo.

«Una parte del programma prosegue una tradizione consolidata di approfondimento e commento di testi biblici. Quest’anno ci è parso interessante e utile soffermarci sui testi dell’antico testamento che hanno delle donne per protagoniste. La scelta di Rut, Ester, Giuditta si lega alla visita guidata a Santa Maria maggiore, che si soffermerà sull’illustrazione e commento delle figure femminili presenti».

Anche al di là della biblistica, nel programma si nota una forte presenza femminile, che si tratti di argomenti o di relatrici.

«C’è un filo di senso comune. La presenza femminile è senz’altro aumentata, e non solo su temi “femminili”. Ci sono anche relatrici che vengono a parlare di tutt’altro, essendo persone competenti e qualificate sui temi di cui parleranno».

Lei è esperto e autore di diverse pubblicazioni su questione mediorientale e conflitto israelo-palestinese. Ci sono zone di intersezione tra i suoi interessi e l’impostazione di Molte fedi? Il premio Costruttori di ponti, per esempio, sarà assegnato, il 23 ottobre, dalle 20,45, in S. Agostino, a Bassam Aramin e Rami Elhanan, due papà, uno israeliano e uno palestinese, che hanno perso una figlia a causa del conflitto fra i due popoli, ed hanno fondato l’Associazione Parents’ Circle.

«Lo spazio dedicato al tema in questa edizione va in continuità con l’attenzione che Molte fedi ha sempre dedicato alla Terrasanta e alla cristianità in Medio oriente. Quest’anno c’è forse un’evidenza particolare, dovuta alla situazione tragica degli ultimi mesi, rispetto alla quale sarebbe stato poco sensato non dire nulla».

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