Cultura e Spettacoli / Bergamo Città
Giovedì 13 Maggio 2021
Ecco la nuova Gamec al Palazzetto dello sport - Le foto e il progetto
È pronto il progetto preliminare della nuova Gamec di Bergamo, la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea della città, da anni ormai alla ricerca di una nuova sede.
Trasformare il Palazzetto dello Sport di via Pitentino in un museo di arte moderna e contemporanea, in grado di intercettare i nuovi linguaggi e le nuove forme dell’arte, senza eseguire demolizioni radicali e con una visione ambiziosa del futuro culturale della città: è pronto il progetto preliminare della nuova Gamec di Bergamo, la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea della città, da anni ormai alla ricerca di una nuova sede che le consenta di adeguarsi, a 30 anni dalla sua nascita, alle esigenze dell’oggi, profondamente diverso rispetto al lontano 1991.
Entro metà giugno sarà pubblicato il bando per affidare la progettazione definitiva ed esecutiva, oltre alla direzione lavori, ma il percorso di realizzazione del nuovo museo sta prendendo lentamente forma e diviene sempre più concreto. Il cantiere si aprirà non appena sarà pronta la nuova Arena per lo sport della città di Bergamo, attualmente in fase di realizzazione nello spazio di Chorus Life, l’avveniristico quartiere che Grupedil sta realizzando tra via Bianzana e via Serassi: il nuovo Palasport sarà pronto – secondo le previsioni – nel settembre 2022 e, dopo tale data, sarà possibile avviare l’iter per il cantiere della nuova Gamec.
L’intervento avrà un costo complessivo intorno a 10 milioni di euro (con Iva e spese tecniche si arriva a circa 13 milioni di euro): 6 milioni provengono da un finanziamento, annunciato nel 2017 e confermato nei mesi scorsi all’Amministrazione comunale, di Fondazione Ubi Banca Popolare.
Per quel che riguarda la struttura, verrà mantenuta l’attuale forma dell’impianto sportivo (tratto distintivo di un edificio) che dimostra però tutto il suo mezzo secolo di vita. Verranno demolite le tribune e sarà realizzata al suo interno una grande «lanterna» - che conterrà la parte espositiva - attraverso la realizzazione di solai intermedi e sfruttando l’altezza dell’attuale campo di gioco. Oltre a questo nuovo contenitore si prevede anche un ristorante, un bar, un bookshop e tutti i servizi funzionali a una galleria d’arte. La superficie complessiva quasi triplicherà: dagli attuali 2.200 metri quadrati a poco meno di 6.000.
Confermando e ripulendo dai volumi aggiuntivi il contenitore a pianta ellittica e mantenendo la posizione dell’ingresso verso piazzale Oberdan, il progetto trasforma l’attuale avancorpo, ne mantiene il sedime e lo abbassa in altezza in modo da costruire un portale che consente allo spazio pubblico di «fluire» all’interno dell’edificio. Si crea così il foyer del museo, una vera e propria piazza coperta interna a tutta altezza, uno spazio aperto, attraente e in armonia con la nuova piazza esterna, disegnata da sedute, una fontana a giochi d’acqua e dei piccoli gazebo commerciali.
L’area espositiva del museo, in verità, inizierà già al piano terreno: il foyer a tutta altezza è pensato come uno spazio multifunzionale attrezzato per esposizioni di opere di grandi dimensioni. Questo spazio ospita inoltre il bookshop e salette didattiche informali per attrarre il pubblico più giovane. In posizione opposta all’ingresso sono collocati gli uffici del museo e uno spazio commerciale che si affaccia verso il nuovo studentato dell’area Montelungo-Colleoni.
Uno scalone centrale scava l’ingresso al museo al primo e secondo livello con la galleria per esposizioni temporanee, ricavata, questa, all’interno del volume opalino che presenta una serie di pannellature modulari mobili capaci di creare ambienti più o meno grandi e più o meno illuminati. Museo permanente e galleria temporanea sono comunque accessibili in modo separato in modo da non ostacolare l’accesso al museo permanente durante l’allestimento delle mostre temporanee. Scale di sicurezza e ascensori posizionati simmetricamente completano il sistema di accessibilità e vie di fuga.
All’ultimo piano è stato necessario ridurre il volume per l’impossibilità di costruire in adiacenza al passaggio del torrente Morla. È stato pertanto ricavato un volume leggero che ospita un ristorante panoramico, accessibile dall’esterno anche quando il museo è chiuso. Il nuovo volume segue le linee di confine edificatorio lasciando il resto dello spazio a una terrazza panoramica in copertura.
Il nuovo museo rappresenterà, quindi, anche un punto di vista nuovo su Bergamo, grazie a questa terrazza panoramica che dà sui tetti della città ed è la conclusione di questo percorso che si snoda attraverso la memoria dell’edificio, dentro l’arte, e poi finalmente a vedere la città.
«La progettazione di una nuova Gamec, - spiega il direttore Lorenzo Giusti - più capiente, più luminosa, più accogliente e più idonea a ospitare i molteplici linguaggi del contemporaneo è un obiettivo coerente con la crescita delle raccolte d’arte e con l’aumento progressivo del pubblico che ha interessato la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo dalla sua costituzione nel 1991 – esattamente trent’anni fa - fino a oggi».
Ed è questo porsi prima di tutto alla scala della città uno dei punti di forza di questo progetto e della sua destinazione, in uno degli ambiti che vedrà nei prossimi anni una delle trasformazioni più radicali della città, con i nuovi interventi previsti sulla caserma Montelungo, destinata a sede universitaria, e l’allargamento del parco Suardi con l’acquisizione degli orti di san Tomaso e la riqualificazione dell’ex Canossiane. A queste nuove trasformazioni si affianca la presenza di un’istituzione culturale tra le più importanti della città quale la vicina Accademia Carrara .
Il progetto della nuova GAMeC si inserisce all’interno di questo rinnovamento, diventandone forse, per la sua stessa destinazione, uno dei principali emblemi ed elemento fondamentale di cerniera tra il campus studentesco nella Ex-Caserma Montelungo-Colleoni, il parco Suardi e l’Accademia Carrara. Consapevole di questo ruolo, la proposta preliminare non si rivolge solo all’edificio in quanto tale ma, attraverso diversi lotti funzionali, estende l’intervento anche all’esterno, nello spazio urbano che lo circonda, prevedendo la realizzazione di una nuova piazza per migliorare l’accesso allo stesso museo, ricavata attraverso lo spostamento dell’attuale parcheggio verso l’incrocio di Borgo Santa Caterina, senza ridurne il numero di posti auto oggi esistenti. Altri interventi coinvolgono l’incrocio con via della Muraine, davanti alla vecchia caserma e, dalla parte opposta, tra via san Tomaso, Cesare Battisti e Borgo Santa Caterina, con il rifacimento della pavimentazione per meglio sottolineare la ricucitura delle parti che li delimitano e definiscono.
Non solo quindi il progetto dell’edificio, questa seconda versione rivisitata a causa di una serie di criticità emerse durante il processo progettuale, diventa l’occasione per disegnare un grande spazio pubblico urbano di qualità e di collegare una serie di interventi tramite la nuova cerniera urbana della GAMeC.
«Abbiamo risorse limitate e meno abbondanza di suolo da consumare, poiché proprio il suolo è una risorsa non rinnovabile» ricorda l’assessore alla riqualificazione urbana Francesco Valesini.
«Il progetto della nuova GAMeC – commenta Nadia Ghisalberti, Assessore alla cultura – è la conferma delle rinnovate ambizioni di una città che scommette sulla cultura per il proprio rilancio post pandemia Covid19».
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