
( foto Yuri Colleoni)
LA SECONDA EDIZIONE. Dal 29 aprile quattro concerti nella chiesa della Madonna del Bosco celebrano i talenti della sei corde. Apre la chitarrista polacca KasiaSmolarek. In programma anche master e seminari.
«Donizetti Guitar Festival» atto secondo: l’orgoglio della chitarra, o «Guitar pride», come si dice oggi. La direttrice del Politecnico delle Arti, Daniela Giordano, ha salutato il festival come una dimostrazione di «vivacità e fermento dell’istituto, nell’ottica che tutti i dipartimenti abbiano il loro spazio, la loro anima. Tante offerte top e tanta vivacità, grazie al fermento di Tampalini». Con Giordano il direttore artistico Giulio Tampalini, chitarrista di fama internazionale, dallo scorso anno docente del Politecnico («arrivare a Bergamo era un obiettivo che avevo da anni» ha detto) e il compositore emergente Daniele Fabio la seconda edizione della kermesse è stata presentata ieri mattina in Sala Fellegara del Conservatorio.
Se qualcuno pensa alla chitarra sia un mondo chiuso in sé, per addetti o specialisti, l’intenzione di Tampalini, è proprio ribaltare tale luogo comune. Dal 29 aprile al 28 maggio sono in calendario quattro concerti (tutti a ingresso libero, senza prenotazione), con docenti di chitarra di rango del Conservatorio, oltre allo stesso Tampalini, e chitarristi si fama internazionale. Assieme cinque eventi collaterali - conferenze, eventi formativi, seminari - conditi con brani in prima assoluta e una nuova incisione cd (integrale di Luigi Legnani per chitarra) proprio per allargare il respiro e il coinvolgimento verso il magico strumento a sei corde, uno dei più suonati al mondo.
Tampalini non si nasconde: la chitarra non ha i Beethoven i Mozart, Schubert o Schumann che hanno dato lustro e «pedigre» storico, anche se - aggiungiamo noi - molti di questi, come Beethoven o Schubert, lo strumento lo suonavano. «Ringrazio questa città che mi ha accolto come docente, una città che adoro per motivi storici culturali - esordiva Tampalini, bresciano innamorato della nostra città - è bello, oltre alla docenza, creare un luogo di incontro per questo strumento, che ha bisogno di essere conosciuto, anche dai musicisti e dagli addetti ai lavori: è una nicchia preziosa, con tanta storia e repertorio».
Un festival dunque non chiuso, né settoriale. Aprirà la giovane e affascinante virtuosa polacca Kasia Smolarek, vincitrice di alcuni dei più importanti concorsi internazionali. Per la prima volta approda a Bergamo e proporrà, martedì 29 aprile (alle 20.30) un «repertorio vario, con alcuni dei temibili Capricci di Paganini trascritti per chitarra», due dei Caprichos de Goya di Mario Castelnuovo Tedesco, Rameau, Domenico Scarlatti, Augustin Barrios-Mangoré (la deliziosa «Mazurca appassionata») e Lindberg (l’inquieta e incantata «Mano a mano», 2004).
«Nonostante la sua storia - aggiunge Tampalini - la chitarra vive grazia a una miriade di compositori di grande qualità: Fernando Sor e Mauro Giuliani a Parigi frequentavano con grande seguito i salotti più quotati. E finalmente dal ‘900 la chitarra ha trovato contatto con quei compositori che sono della storia della musica da De Falla in poi. Col Festival vogliamo fare qualcosa di bello per la chitarra e la sua comunità». Il luogo dei concerti, inedito, è la chiesa della Madonna del Bosco, concesso da monsignor Giulio Della Vite: un luogo ideale per acustica e dimensioni.
Il secondo concerto, giovedì 8 maggio, sarò il recital della giovane Carlotta Dalia, toscana di Grosseto, talento in ascesa non solo in Italia, vincitrice di alcuni concorsi internazionali, e quest’anno docente al Politecnico, alle prese con Paganini, Sonata 33, Turina (la focosa «Fantasia Sevillana»), Castelnuovo Tedesco e altri. «La chitarra è un po’ donna, commentava ancora il direttore artistico - oggi ci sono tante brave, bravissime chitarriste: è sempre stata considera maschile tanto quanto l’arpa era vista femminile».
Altro docente coinvolto è Elia Portarena, giovedì 22 maggio, pluripremiato, si esibisce con le «giovani stelle delle sei corde», ossia gli studenti delle classi di chitarra del conservatorio di Bergamo. Portarena, umbro, classe 2000 è un altro dei giovani di grande talento, che animano il pregevole «ricambio di docenti».
Due ex allievi, Fabio Bussola alla chitarra e Irene Sacchetti al flauto, assieme allo stesso Tampalini terranno il quarto concerto, il 15 maggio, tra Piazzolla, Bach, Cinque Capricci di Legnani, e alcuni compositori d’oggi tra cui due prime assolute di Alessandro Appignani e Luigi Scarpa, «bravissimi nel dar risalto alle peculiarità timbriche dello strumento» dice ancora il direttore artistico.
La stessa Kasia Smolarek il 30 aprile terrà una master al Conservatorio (ore 10-18). Altra star, ma della liuteria chitarristica, è Gabriele Lodi, atteso per una conferenza ì al Conservatorio, giovedì 8 maggio (15-17) sulla «liuteria dentro il suono: i modelli ottocenteschi più rappresentativi». Quindi il seminario, sempre al Conservatorio, il 15 maggio (15-18) del compositore e chitarrista Daniele Fabio, noto per i suoi crossover tra rock, jazz e linguaggio accademico, che si dedicherà al tema: «Trascrizione d’autore per chitarra».
© RIPRODUZIONE RISERVATA