Da Lovere a Roma e Londra: il cinema piange Visinoni

IL LUTTO. Fu designer e cineasta: portò in Italia i primi film di Wenders e Almodovar. Nel pomeriggio l’ultimo saluto nella sua Lovere.

Ha coltivato fino all’ultimo il gusto per l’ironia e la leggerezza: neppure dai fastidi al cuore che da tempo avvertiva voleva lasciarsi sopraffare. E così il loverese Mario Visinoni, architetto e designer, distributore di cinema e raffinato intellettuale, lunedì ha salutato tutti e se ne è andato. Un infarto se lo è portato via, a 83 anni. «Lovere e il cinema italiano – racconta il suo amico Gigi Barcella – perdono un grande personaggio. Schivo, umile, ma con una storia e una personalità che non lasciavano indifferente chiunque avesse voglia di ascoltarlo raccontare». Cresciuto a Lovere nella casa di via Marconi dove la sua famiglia teneva il deposito di autobus dell’azienda di trasporti poi portata avanti dal fratello Bruno, forse per aderire alle richieste dei genitori si era iscritto all’università Bocconi di Milano, ma dopo poco tempo aveva capito che l’economia e il freddo dei numeri non facevano per lui.

Interior decoration a Londra

«Si era quindi trasferito a Roma per studiare architettura – ricorda Ines Aliverti, già presidente del circolo Amici del Tadini – e lì era entrato in contatto con un mondo che, negli anni ’60, stava vivendo il periodo di massimo fermento culturale, sociale e politico. La sua formazione si è compiuta dentro quel contesto, da cui poi era partito per andare a vivere a Londra dove aveva uno studio di interior decoration: progettava elementi di arredo che faceva realizzare in Italia per una clientela prestigiosa». Tornato in Italia aveva intrapreso una strada nuova, quella del cinema: aveva fondato una casa di distribuzione, la RoadMovie, che si occupò di portare in Italia i primi film di registi come Wim Wenders o Pedro Almodovar; aveva l’esclusiva per tutti i film di Manuel De Oliveira. «Agli amici raccontava spesso – aggiunge Barcella – che in casa aveva ancora le pellicole originali delle opere di quest’ultimo regista portoghese. Io non le ho mai viste, ma so che in tutte le sue attività ha accumulato un patrimonio sterminato di documenti, fotografie, libri e chissà cosa. Purtroppo non ha mai fatto in tempo a sistemare tutto questo materiale e a destinarlo a qualche ente o istituzione pubblica. Mi auguro che nulla vada disperso».

Il legame con Lovere

Mario Visinoni un po’ lo ha già condiviso: pubblicava fotografie e immagini della storia di Lovere, di cui conosceva perfettamente ogni antico palazzo, aveva prodotto e diretto con Nicola Lucchi una dozzina di anni fa il film «La piccola Roma. Garibaldi a Lovere... garibaldini a Bossico» per ricostruire e divulgare il contesto storico e sociale del Risorgimento nell’alto Sebino. Dopo Milano, Roma e Londra era tornato a Lovere, circa 25 anni fa, per stare vicino alla madre. Dalla sua casa continuava a tenere contatti con il mondo televisivo e cinematografico italiano: aveva tanti amici alla Rai, era un collaboratore di Enrico Ghezzi per il suo Fuori Orario. Raccontava di aver aiutato Walter Veltroni, quando era direttore de «L’Unità», nella fortunata iniziativa delle videocassette con film di qualità vendute insieme al giornale. Oggi (giovedì 29 agosto) alle 14,30 i suoi funerali saranno celebrati nella chiesa di San Giorgio a Lovere. Oltre al fratello Bruno, lascia un altro fratello, Carlo, che vive negli Stati Uniti, e la sorella Luisa.

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