
Cultura e Spettacoli / Bergamo Città
Martedì 11 Marzo 2025
Covid, l’ospedale rivive con il teatro i giorni della lotta
IL 18 MARZO. Lo spettacolo degli operatori sanitari torna in scena all’auditorium Parenzan: «Per non dimenticare mai».
Dentro ogni dialogo, dentro ogni scena, c’è un vissuto personale e profondo. Indelebile. Per rielaborare il ricordo della drammatica prima ondata del Covid, i medici e gli infermieri del Pronto soccorso del «Papa Giovanni» avevano scelto la strada del teatro, e ora quello spettacolo viene riproposto in veste rinnovata: martedì 18 marzo alle 20,30, nell’auditorium Parenzan dell’ospedale di Bergamo, torna in scena «Giorni muti, notti bianche», la rappresentazione dedicata al vissuto della pandemia nella trincea dei reparti e delle corsie.
Sul palco ci saranno proprio loro, gli operatori sanitari che hanno visto da vicino la tragedia del virus. A firmare l’opera – che aveva debuttato nel marzo del 2023 al Teatro Sociale di Bergamo nella cornice della Capitale italiana della cultura – è la regista Silvia Briozzo del Centro Isidora Duncan, con la drammaturgia di Carmen Pellegrinelli e l’accompagnamento dal vivo a cura dei maestri Gianluigi Trovesi e Marco Remondini.
Nuovo allestimento
In vista del 18 marzo di quest’anno, lo spettacolo presenterà un nuovo allestimento, grazie all’alternanza tra i brani dello spettacolo originario e gli spezzoni del docufilm realizzato in occasione della «prima» al Teatro Sociale. A contribuire alla stesura dei testi sono stati gli operatori sanitari del «Papa Giovanni», che hanno scelto di mettersi in gioco raccontando la propria esperienza con scritti e improvvisazioni, poi confluiti nella drammaturgia corale dell’opera.
«Questo spettacolo è un’opportunità per non dimenticare le cicatrici che abbiamo tutti vissuto, ma anche per celebrare la resilienza, la solidarietà e il coraggio di chi, in mezzo al dramma collettivo, ha continuato a prendersi cura della vita»
«Cinque anni dopo quei terribili mesi del 2020, riproporre “Giorni muti, notti bianche” è un atto di particolare valore simbolico – riflette Francesco Locati, direttore generale dell’Asst Papa Giovanni XXIII –. È un’opportunità per non dimenticare le cicatrici che abbiamo tutti vissuto, ma anche per celebrare la resilienza, la solidarietà e il coraggio di chi, in mezzo al dramma collettivo, ha continuato a prendersi cura della vita. Questo spettacolo, che è nato dall’urgenza di raccontare e condividere quella tragedia, attraverso la forza dell’arte ci permette di trasformare il dolore in un atto di rinascita e di memoria, mantenendo viva la testimonianza di un’esperienza che non dobbiamo mai dimenticare».
Ingresso libero con prenotazione obbligatoria
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