Coraggioso e folle il padre Ivan
Lo interpreta Pasotti su Ray Play

Coraggioso, Giorgio Pasotti, e anche un po’ folle come il suo padre Ivan, personaggio che interpreta in questo «Abbi fede», remake del film danese «Le mele di Adamo» (2005) di Anders Thomas Jensen, con il quale l’attore bergamasco affronta la sua seconda regia dopo il precedente «Io, Arlecchino» (che aveva codiretto con un altro bergamasco, il regista Matteo Bini).

Coraggioso e folle perché il lavoro si situa in quella zona strana, di un umorismo nero, poco frequentata dal cinema italiano e che rischia, proprio per questo, di non essere capita. Come nell’originale, anche qui la trama prende avvio dall’arrivo di Adamo (Claudio Amendola), nella piccola comunità di disperati (ex galeotti, ex terroristi, alcolizzati), gestita da padre Ivan in una isolata località immersa nei boschi dell’Alto Adige. Ex galeotto, dal carattere violento, con una vistosa croce celtica tatuata sul cranio rasato, Adamo si ritrova così catapultato in un mondo che ai suoi occhi è talmente inconcepibile che pianifica immediatamente la sua fuga, anche correndo il rischio di ritornare in galera.

Ovvio che le cose non andranno così perché poco a poco, Adamo verrà contagiato dalla lucida follia di padre Ivan fino a sposarne la causa. Ma questo attiene alla trama del film che non è il caso di spoilerare. Quello che ci sembra importante indagare è il sottotesto: non tanto la scontata lotta tra il bene e il male (che c’è, naturalmente), ma quella più sottile e ambigua tra la realtà e la sua rappresentazione (stavamo per dire: la sua negazione). Padre Ivan, per una serie di traversie familiari, ha rimosso una serie di fatti tragici che lo hanno segnato, inventandosi una realtà tutta sua, fittizia, dove però gli occhi degli estranei colgono, nella contraddizione tra la realtà e la rappresentazione che ne dà Ivan, i segni della follia del sacerdote. Ma padre Ivan è un «puro folle» parsifaliano, diviso, appunto, tra luce e tenebre che, paradossalmente, proprio Adamo saprà diradare.

Non tutto riuscito, a volte addirittura sgradevole, il film è sostanzialmente una via di mezzo tra una favola nera come quelle originali (e non edulcorate per i bambini) dei fratelli Grimm e una black comedy anglosassone da cogliere nei dettagli, nelle pieghe di una narrazione e nel ritratto di una serie di personaggi che diventano icone stereotipate che tocca allo spettatore decifrare e depurare dalle loro incrostazioni aneddotiche.

Pasotti regista dimostra comunque di possedere una mano sicura, aiutato dalla magnifica fotografia di Carlo Rinaldi, dalla stralunata comicità dei comprimari di Amendola: Robert Palfrader, Aram Kian e Gerti Drassl. Tra i produttori figura il bergamasco Gianluca Lazzaroni con la sua Greif Produktion. Il film è visibile su Ray Play.n 

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