«Come suona una fotografia», Mario Calabresi a Bergamo il 22 gennaio

L’INCONTRO. Ci sono fotografie capaci di segnare un’epoca, di lasciare un segno, di sintetizzare mille parole. Immagini destinate a fissarsi per sempre nella memoria e a costruire l’immaginario collettivo. In questo monologo sonorizzato live, mercoledì 22 gennaio alle 18.30, Mario Calabresi, giornalista e grande appassionato di fotografia, racconta le esperienze e le emozioni provate da coloro che hanno fermato su pellicola un pezzo di storia.

A partire da mercoledì 15 gennaio, sono aperte le prenotazioni per il prossimo appuntamento di Librai per un anno, la nuova rassegna letteraria che promuove l’azione dei librai indipendenti di Bergamo durante tutto l’anno. Protagonista del terzo incontro sarà il giornalista Mario Calabresi, con il monologo sonorizzato «Come suona una fotografia», tratto dal suo libro «A occhi aperti».

Non può farlo chi si limita a osservare il mondo dall’alto, chi resta distante e distaccato, ma soltanto chi è pronto a calarsi anche nelle realtà più crude, chi si immerge nelle storie correndo rischi

La passione per la fotografia

È un Mario Calabresi grande appassionato di fotografia quello che si presenta al pubblico in questa occasione. Guidato dalla voglia di raccontare storie ha viaggiato a lungo per incontrare gli autori di scatti divenuti ormai iconici e farsi descrivere quali emozioni li avessero attraversati mentre fermavano sulla pellicola un pezzo di Storia. Il fotogiornalismo, come il giornalismo, è fatto di pazienza, dedizione e costanza. Per essere credibili bisogna andare dove i fatti accadono, per vedere, capire e testimoniare. Non può farlo chi si limita a osservare il mondo dall’alto, chi resta distante e distaccato, ma soltanto chi è pronto a calarsi anche nelle realtà più crude, chi si immerge nelle storie correndo rischi.

Come Josef Koudelka, che ha documentato la Primavera di Praga del 1968, Don McCullin, testimone dei sanguinosi conflitti in Vietnam e nell’Irlanda del Nord, Steve McCurry, che ha affrontato i monsoni e attraversato l’Afghanistan in macerie, o Gabriele Basilico, che ha immortalato una Beirut distrutta da anni di guerra civile. I fotografi incontrati da Calabresi hanno accettato di raccontare i momenti che li hanno definiti: l’umanità dolente in fuga dai massacri ruandesi o gli schiavi delle miniere a cielo aperto ritratti da Sebastião Salgado, le discriminazioni razziali americane testimoniate da Elliott Erwitt o i rifugiati palestinesi ai quali, nelle sue immagini volutamente un po’ sfocate, rivolge con pudore lo sguardo Paolo Pellegrin. Nel monologo anche le lezioni di Susan Meiselas, capace di costruire rapporti di una vita con i soggetti delle sue foto e le denunce in bianco e nero di Letizia Battaglia, che ha messo sotto gli occhi dell’Italia la realtà della mafia siciliana.

A occhi aperti è un affascinante viaggio non solo nella fotografia, ma negli eventi che hanno fatto la Storia degli ultimi cinquant’anni, ancora oggi vividi e toccanti grazie a uomini e donne che hanno saputo cogliere l’attimo perfetto.

Info utili

L’incontro si terrà mercoledì 22 gennaio a partire dalle 18.30 presso l’Aula Magna dell’Università degli Studi di Bergamo, nella ex chiesa di Sant’Agostino. L’ingresso è libero, ma è richiesta la prenotazione obbligatoria. Da mercoledì 15 gennaio saranno aperte le prenotazioni per tutti sul sito fieradeilibrai.it.

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