«Chiedimi se sono di turno»: sul palco Poretti-infermiere

L’attore il 2 marzo in scena a Bergamo per la Capitale italiana del volontariato: evento gratuito su prenotazione nell’auditorium del Seminario.

In ospedale si entra solo per tre motivi: se uno è ammalato, se si va a trovare un ammalato, oppure, se sei particolarmente sfortunato, se ci devi lavorare. Come il protagonista del monologo «Chiedimi se sono di turno», spettacolo teatrale di e con Giacomo Poretti e la regia di Andrea Chiodi che andrà in scena mercoledì 2 marzo alle 20,45 nell’auditorium del Seminario (Bergamo, via Arena 11) nell’ambito delle iniziative di «Bergamo Capitale italiana del volontariato 2022».

Un’occasione per continuare ad approfondire il ruolo del volontariato e delle relazioni nei processi di cura, al centro anche del partecipato convegno «Il volontariato che cambia la sanità. Il tempo della relazione è tempo di cura», che si è svolto lo scorso sabato al Centro Congressi Giovanni XXIII di Bergamo e che ha visto intervenire oltre allo stesso Poretti anche Oscar Bianchi, Giorgio Gori, Pasquale Gandolfi, Stefano Locatelli, Letizia Moratti, Luigina Mortari, Fabrizio Pregliasco, Andrea Costa, Giuseppe Remuzzi e Chiara Tommasini.

La questione del pappagallo

Il protagonista del monologo è lo stesso Poretti, che attinge alla sua esperienza personale, per sorridere delle sue memorie di corsia e tentare di rispondere insieme al pubblico all’annosa questione «E adesso chi lo svuota il pappagallo?».

Il pappagallo è lo strumento detestato da tutti in ospedale, chi lo deve usare, chi lo deve pulire, il primario non lo vuole vedere, i parenti lo vogliono occultare. Ma attraverso il pappagallo passa tutta l’umanità, tutta la delicatezza, tutta la vergogna e il rispetto di quando si ha bisogno d’aiuto e di qualcuno che tenga compagnia alla nostra fragilità.

Fare compagnia alla vergogna

È quello che ha messo in risalto Poretti anche durante il convegno di sabato scorso, quando ha raccontato in modo ironico la sua esperienza da infermiere negli Anni Settanta: «Come mi disse suor Aurelia una volta, quando porti il pappagallo ad un ammalato se hai tempo vedrai dipingersi sul suo volto una vergogna tutta particolare perché con quel gesto gli stai infliggendo una frustrazione e gli stai facendo capire come gli esseri umani dipendono gli uni dagli altri. E diceva: ricordati che il pappagallo nessuno vuole portarlo, nessuno vuole riempirlo e nessuno vuole svuotarlo. E dopo una pausa aggiungeva che un bravo infermiere è quello che riesce a tenere compagnia alla vergogna: è l’insegnamento più profondo che un infermiere o un medico possa ricevere. In fondo – ha poi aggiunto parlando della professione infermieristica – si tratta di trovare il giusto equilibrio fra cinismo e affezione ai pazienti».

La partecipazione allo spettacolo è gratuita, ma è obbligatoria la prenotazione online compilando il modulo disponibile sul sito bergamo.csvlombardia.it (la partecipazione si ritiene effettiva solo dopo aver ricevuto la mail di conferma con le indicazioni). Per partecipare allo spettacolo verranno richiesti il Green pass rafforzato (sopra i 12 anni) e la mascherina Ffp2, come disposto dalle normative vigenti. Per ulteriori informazioni scrivere via e-mail all’indirizzo [email protected] o telefonare allo 035.234723.

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