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Sabato 25 Gennaio 2025
«Basta avere l’ombrela», storie e canzoni degli anni ruggenti del Derby
MEMORIE. Al Daste si rievocano le atmosfere dello storico club di Milano con racconti e musica. Sul palco narratori, testimoni e musicisti: dal giovane Enea Barzaghi a Elio Biffi dei Pinguini.
Canzoni e racconti sulla stagione del «Derby» di Milano, tra gli anni Sessanta e Settanta. «Basta avere l’ombrela» è uno spettacolo a quattro protagonisti, con Sandro Paté voce narrante, esperto di quella stagione culturale, Enea Barzaghi, diciassettenne, virtuoso del pianoforte, Elio Biffi dei Pinguini e Michele Dal Lago, sociologo del lavoro, profondo conoscitore della musica popolare americana e grande appassionato di canzoni in genere. «Basta avere l’ombrela» esce allo scoperto per la prima volta domenica 26 gennaio al «Daste», all’ora del brunch, le 13 (per prenotazioni 320 720 3193).
La scuola milanese della risata
La narrazione tra parole e musica spazia negli anni cruciali del «Derby Club» meneghino, dagli anni Sessanta, e per la decade successiva, luogo d’incontro di musicisti, attori, pittori e delinquenti. Un’umanità varia che, in quella piccola sala, mescola canto popolare, cabaret, canzone d’autore, dando vita a una forma di comicità, intrattenimento e riflessione sociale inedita per l’Italia dell’epoca. Si tratta della famosa scuola milanese che, tra il ‘65 e il ‘75, conquista pian piano anche gli studi della Rai, dell’emittente Antenna 3, nonché quelli cinematografici. I nomi più importanti sono ben noti al grande pubblico del tempo: Enzo Jannacci, Valter Valdi, Felice Andreasi, Lino Toffolo, Cochi e Renato, I Gufi.
Un team di talenti
«Lo spettacolo si avvale di una voce importante. Sandro Patè si è laureato con una tesi su Jannacci e ne è diventato il biografo - racconta Dal Lago - Da lì ha iniziato a fare un po’ di ricerche di storia orale sulla stagione tra il ’65 e il ’75. Ha scritto diversi libri biografici che hanno al centro la città di Milano con le sue abitudini, i suoi piccoli e grandi eroi. Ha scritto anche un libro su Cochi e Renato. Lavora come autore televisivo. Quanto a Barzaghi, è giovanissimo, è stato un ragazzo prodigio della chitarra, ma ha grande amore per la canzone milanese, anche perché il suo prozio, Giorgio Barzaghi, era pianista al “Derby”. Lui è proprio un testimone diretto e domenica sarà presente e lo convinceremo a fare qualcosa».
Canti da osteria e canzoni d’autore
Ad ossatura dello spettacolo sono stati individuati dei temi, anche se sono lasciate un po’ da parte le canzoni più politicizzate. La Milano è quella dei Signor G e di Umberto Simonetta. «Abbiamo voluto raccontare come il canto d’osteria entra nella canzone d’autore. Per cui ci saranno molte canzoni de I Gufi, Valter Valdi, Jannacci, Cochi e Renato. Tutto quello che ruotava attorno allo storico locale del cabaret. Faremo raccontare che al “Derby” c’erano giovani musicisti teatranti, ma anche artisti come Lucio Fontana, Piero Manzoni, delinquenti anche. Dividiamo lo spettacolo in nuclei tematici: canti da osteria, canzone d’autore, il Boom economico, la marginalità sociale che ne deriva. Parleremo anche del rapporto con la malavita. Anche la Vanoni di “Ma mi” girava lì attorno. Ci siamo interessati a quella comicità che nasce in Italia proprio tra la metà degli anni ’60 e la metà dei ’70 e che, progressivamente, arriva anche in televisione. E quando succede che la scuola milanese prende il posto di quella romana. Villaggio che fa Kranz, Lino Toffolo: è una comicità del tutto nuova per quel tempo».
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