Arte, storia e natura da scoprire e riscoprire con «Le Terre dei Baschenis»

Bergamo. In Provincia è stata presentata l’edizione 2023, che propone una ricca e articolata agenda di iniziative: interventi di valorizzazione e conservazione di opere d’arte e di edifici religiosi, mostre e pubblicazioni, tour e aperture di siti, concerti, festival e molto altro.

Giovedì 15 dicembre è stato presentato in Provincia il progetto «Le Terre dei Baschenis» 2023. «Un progetto – spiega la consigliera delegata alla Cultura Romina Russo - che dal suo inizio ha avuto il convinto sostegno della Provincia di Bergamo per il valore intrinseco che lo caratterizza. In questi anni Le Terre dei Baschenis hanno creato una rete diffusa che coinvolge tutti gli 11 Comuni del territorio di Alto Brembo in Valle Brembana, oltre a numerosi enti e associazioni culturali del territorio, e che opera per la valorizzazione dell’identità storico-culturale e per la promozione turistica di questa importante area montana della nostra provincia. Non solo. Questo progetto rappresenta in modo esemplare come la cultura possa essere un elemento in grado di qualificare un territorio attivando processi di sviluppo sociale, di coesione, di creazione di legami di comunità per il benessere individuale e collettivo. Un’interpretazione concreta di quel Crescere Insieme che rappresenta il tema di Bergamo Brescia Capitale della Cultura. Ringrazio tutti gli enti e le associazioni coinvolte per aver saputo creare un’azione di sistema che si è sempre più strutturata in questi anni contribuendo altresì a far conoscere il nostro territorio per le sue bellezze artistiche e naturali, come meta turistica di prossimità, nazionale e internazionale».

Il programma di questa nuova edizione propone una ricca e articolata agenda di iniziative (qui tutti i dettagli), tra cui: interventi di valorizzazione e conservazione di opere d’arte e di edifici religiosi nelle parrocchie delle Terre dei Baschenis, mostre e pubblicazioni, tour e aperture di siti, concerti e festival, eventi tra arte e natura, partecipazione alla Settimana della cultura della Diocesi di Bergamo con un approfondimento sulle opere di Carlo Ceresa in Valle Brembana. Novità per l’edizione 2023, lo staff organizzativo verrà arricchito da una figura di spicco come lo storico dell’arte Giovanni Valagussa che sarà referente scientifico.

«Da alcuni anni il progetto di studio e riscoperta del patrimonio artistico della Valle Brembana sta offrendo positivi risultati sul piano culturale per la migliore conoscenza di opere poco note o trascurate. Negli anni scorsi il lavoro si è concentrato sui pittori della dinastia Baschenis, arrivando a pubblicare una guida completa dei siti ove si trovano le loro opere nell’intera provincia di Bergamo e a discutere in un Convegno molteplici aspetti della loro attività figurativa sul territorio - spiega Giovanni Valagussa -. Il progetto per il 2023 consentirà un passo ulteriore allargando il panorama dai Baschenis ad altri artisti attivi in questa ‘Valle di Pittori’. Si comincerà con il sistematico rinnovamento dei pannelli didascalici all’esterno degli edifici più significativi, per proseguire con nuovi impianti di illuminazione che permettano di vedere come si deve le opere più belle e più importanti. Ma soprattutto un sistematico lavoro di verifica sul campo – paese per paese, chiesa per chiesa – ci ha condotto a proporre interventi importanti e urgenti di tutela e restauro, su opere che realmente rischiano il degrado in condizioni difficili. Così le proposte che oggi illustriamo e che stiamo elaborando in collaborazione con la Curia di Bergamo e la Soprintendenza per la protezione degli affreschi esterni del portico della Chiesa vecchia di Santa Brigida; per il polittico tradizionalmente dato ad Andrea Previtali, ma invece di Antonio Boselli, nella Parrocchiale di Cusio; per la revisione degli affreschi esterni della Parrocchiale di Averara e infine, ultimo ma significativo, per il progetto di una piccola mostra di studio su Carlo Ceresa (con un dipinto inedito) si configurano tutte assieme come un programma che speriamo sia ben articolato nella cura attenta e rispettosa di un contesto culturale. A favore di coloro che, da generazioni, di questi luoghi sono gli abitanti, oltre che gli appassionati cultori e ‘difensori’».

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