Arte all’aria aperta, nel Parco delle sculture in via Tasso

INAUGURAZIONE. L’area verde nella sede della Provincia ospita lavori di Stefano Locatelli, Giacomo Manzù. Alberto Meli, Franco Normanni. Un patrimonio che ha subito interventi di conservazione. La delegata Russo: «Sono sculture che ci parlano della nostra città e della sua storia».

Il Parco della scultura della Provincia di Bergamo ha un nuovo volto e riapre al pubblico, dopo una prima fase di interventi di conservazione sulle opere e di riordino e aggiornamento delle didascalie che le accompagnano. Sono pochi, troppo pochi probabilmente, i bergamaschi (figuriamoci i turisti) che sanno che nel cuore della città esiste da anni un piccolo Parco della scultura en plein air, dedicato agli artisti del territorio di ieri e di oggi.

Le opere e l’accesso

La trasformazione in chiave artistica dell’ampio spazio verde del Palazzo di via Tasso era stata avviata con grande slancio nel 2001-2002 dall’allora amministrazione Valerio Bettoni, con la installazione di opere, acquisite o ricevute in donazione o comodato, di Stefano Locatelli, Giacomo Manzù, Alberto Meli, Franco Normanni, Ugo Riva, Edoardo Villa. Tuttavia, vuoi per una comunicazione che è finita per languire nel tempo, vuoi perché negli ultimi anni i cancelli del giardino hanno impedito il libero accesso del pubblico, il patrimonio custodito nel Parco è stato «dimenticato».

La città e la sua storia

Appare dunque significativo il primo passo di un riordino dell’esistente con l’obiettivo di un rilancio: «Sono sculture che ci parlano della nostra città e della sua storia, che vogliamo

valorizzare e restituire alla fruizione», ha sottolineato Romina Russo, nella sua ultima uscita come delegata provinciale alla cultura visto il suo nuovo ruolo di Presidente del Consiglio comunale.

Coordinata da Paola Tognon, la fase di riordino appena conclusa è consistita in un intervento conservativo sulle sculture condotto dai restauratori Franco Blumer e Anna Rizzi, in un nuovo sistema didascalico, accessibile anche agli ipovedenti, progettato dall’architetto Valentina Nani, nell’elaborazione di approfondimenti digitali accessibili tramite Qr-code e nella campagna fotografica affidata a Mario Albergati. Le prospettive future per il Parco? «Proseguire l’attività di manutenzione conservativa, – spiega Tognon – concludere l’attività di ricerca sulla documentazione relativa alle opere, dotare il Parco di semplici arredi che lo rendano più accogliente e, ci auguriamo, anche l’implementazione del nucleo di sculture».

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