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Cultura e Spettacoli / Bergamo Città
Martedì 18 Febbraio 2025
Abramović, ancora un fine settimana
con «Seven Deaths»
L’INSTALLAZIONE. L’opera con 7 cortometraggi dedicati alla Callas sarà proiettata sabato e domenica negli spazi di Gres art 671.
A settembre aveva fatto irruzione nella nostra città il «memento mori» di Marina Abramović (Belgrado, 1946), artista che fa sempre discutere ma senza dubbio una protagonista della scena artistica contemporanea. Dato il successo con cui domenica la mostra «between breath and fire» ha chiuso i battenti, negli spazi del nuovo polo culturale Gres art 671 di via S. Bernardino 141 al pubblico è offerta un’ultima opportunità.
Ultimo weekend
Sarà infatti ancora visitabile, nel weekend del 22 e 23 febbraio, l’installazione cinematografica di Abramović dal titolo «Seven Deaths», opera attorno alla quale era stata costruito un percorso retrospettivo completo. Le proiezioni si terranno alle ore 10, 11.30, 13, 14.30, 16.00, 17.30 e 19.00, con ingresso gratuito, su prenotazione fino a esaurimento posti. Da sabato 22 febbraio, inoltre, si potrà acquistare nel bookshop il catalogo «between breath and fire», realizzato ed edito da gres art 671.
L’opera cinematografica «Seven Deaths» è composta da sette cortometraggi, di 7 minuti l’uno, per una durata complessiva di circa un’ora. Abramović l’ha voluta dedicare a Maria Callas, di cui diventa una sorta di alter ego: un amore che ha avuto origine nell’adolescenza dell’artista serba, che ricorda di aver sentito per la prima volta la voce della Divina nella cucina della nonna a Belgrado e di essersi commossa per la sua potenza emotiva.
Abramović e Callas, i parallelismi
Una serie di parallelismi, richiami e rimandi tra le vite delle due artiste trovano compimento nel film lirico, che rappresenta un’esperienza immersiva a partire dalla rievocazione e messa in scena di sette morti tragiche e premature delle eroine interpretate da Maria Callas e impersonificate da Abramović, accompagnate dalla colonna sonora costituita a partire da sette assoli della soprano. «Era così forte sul palco, ma così infelice nella vita – scrive Abramović –. E morì davvero per amore. Una volta, nel corso della mia vita, anch’io fui così innamorata da non riuscire a mangiare, a dormire, a pensare, ma poi il mio lavoro mi salvò».
Info e prenotazioni su www.gresart671.org.
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