
Cultura e Spettacoli / Pianura
Martedì 08 Aprile 2025
«A Treviglio canterò i miei sogni e la Londra di cui ero innamorato»
L’INTERVISTA. La nuova canzone di Marco Ligabue è uscita il primo giorno di primavera, s’intitola «Le canzoni inglesi» ed è un amarcord, la memoria sentimentale di un’epoca ormai lontana. Il fratello giovane di Luciano Ligabue torna in Bergamasca mercoledì 9 aprile al «Revel» di Treviglio per un concerto unplugged, a spina staccata (inizio ore 20.30).
«La canzone è nata dalla voglia di riavvolgere il nastro – racconta –. Ogni tanto è bello andare a rispolverare i ricordi», spiega Marco. «Sono andato la prima volta a Londra verso la fine degli anni Ottanta. Partendo da Correggio, da un piccolo paese di provincia, senza Internet, senza cellulare, sentivo il richiamo della musica inglese e, arrivato a destinazione, mi sono trovato in una sorta di parco giochi. Camden Town, Nothing Hill, South Bank, Piccadilly, Soho, Abbey Road: era tutto un fermento. La cultura alternativa era lì da toccare: concerti live in ogni pub, mercatini stravaganti, negozi di vinile a ogni angolo. Avevo trovato il mondo che stavo cercando, avevo l’età in cui ci s’innamora a ogni sguardo. Mi sembrava tutto possibile. Per questo ho voluto raccontare quel momento. Non tanto per l’effetto nostalgia, che non mi appartiene più di tanto, ma per il fatto che, rivangando i ricordi, scopri quello che sei: magari un sognatore, uno che coltiva passioni forti. Tra la pandemia, una guerra e l’altra, con tutte le problematiche quotidiane che si moltiplicano, riscoprire la fase sognante della vita mi ha dato una bella carica».
Che musiche ascoltava allora?
«C’erano ancora strascichi di punk, dai Clash ai Sex Pistols. Erano stati in voga anni prima, ma c’erano tante band che ne ricalcavano le orme. Circolavano il dark, la new wave, dai Cure agli Smiths, ma già si avvertivano i primi segnali di quel movimento che è stato chiamato “brit pop”. Non erano ancora arrivati gli Oasis, ma gli Stone Roses cominciavano a farsi sentire. Era facile capire che si stava passando dalla “nuova onda” ad un genere che andava a ripescare suoni e modi degli anni Sessanta, dai Beatles in poi, con sonorità più rock. Ogni settimana uscivano allo scoperto quattro o cinque band che valeva la pena di ascoltare».
Dopo i singoli usciti nei mesi scorsi pensa a un album?
«Ho scritto quattro canzoni legate agli elementi, “Anime in fiamme”, Fuoco, “Toc toc ecologico”, Terra, “Il tempo dell’estate”, Aria, “Quello che c’è”, Acqua. Questi pezzi hanno chiuso il lato A di un vinile in arrivo. “Le canzoni inglesi” è l’inizio del lato B. Seguiranno altri singoli, poi il disco uscirà in autunno. È quasi tutto pronto».
Il libro che ha scritto nel 2021, «Salutami tuo fratello», è diventato uno spettacolo teatrale che ancora gira.
«Quel libro è nato in maniera casuale durante il Covid. Essendo molto attivo dal punto di vista live mi sono trovato perso nell’inattività. Avevo tanto tempo, ho provato l’avventura della scrittura. Pensavo che la cosa finisse lì, invece il viaggio è andato a avanti. Siamo alla terza ristampa e io ho fatto almeno cento spettacoli di “Salutami tuo fratello” con racconti e canzoni in acustico, legate alle pagine. Quest’anno le richieste continuano. Scrivere è stata un’esperienza bella, richiede tempo, una scintilla forte par partire. Non escludo di tornare alla pagina scritta, ma ci vuole la scintilla giusta. Il libro non è come una canzone dove in poche frasi racchiudi un mondo».
Come sarà il concerto?
«Vengo dalle vostre parti con Jonathan, il mio chitarrista storico. Suoniamo unplugged, anche se abbiamo un’anima rock’n’roll. Imbracciamo due chitarre acustiche, ma spingiamo parecchio. Suono le mie canzoni, compreso le ultime, tocco la scuola cantautorale, decisiva per me: De Gregori, Rino Gaetano, Dalla, De André, senza dimenticare il “fratellone”. Ho deciso di mettere in conto anche qualche canzone inglese che mi ha lasciato il segno. Tra l’altro ho ricevuto un invito della comunità italiana a Londra. Quando hanno visto il video girato nei quartieri della città mi hanno organizzato un concerto. Il 6 maggio sarò per la prima volta al Troubadour, un club storico dove ha suonato anche Dylan».
Suo fratello verrà a sentirla?
«Sarebbe bello. Io vado sempre con lui. Speriamo riesca a venire. Quando ha sentito il nome del locale è rimasto con gli occhi spalancati».
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