«883, storia che parla ai giovani di ieri e oggi»

L’INTERVISTA. Livio Remuzzi, classe 1987, interpreta Albertino, storico disc jockey di Radio Deejay nella serie tv «Hanno ucciso l’uomo ragno».

C’è anche un bergamasco nella serie tv del momento: «Hanno ucciso l’uomo ragno - La leggendaria storia degli 883», andata in onda su Sky. Livio Remuzzi – classe 1987, figlio dello scienziato bergamasco Giuseppe Remuzzi e dell’ex assessore alla Cultura del Comune di Bergamo Nadia Ghisalberti – interpreta Albertino, storico disc jockey di Radio Deejay, e ora direttore artistico di Radio m2o. Un piccolo ruolo, ma capace di restituire un’epoca, quella dei Deejay Time all’Acquafan di Riccione e dell’estate del 1992.

Come sono andate le riprese?

«È successo tutto velocemente, ho fatto il provino a riprese già iniziate. Abbiamo girato in ottobre in un parco acquatico vicino Roma, ricostruito come l’Acquafan dell’epoca. Il mio outfit è irripetibile: magliettina multicolor, occhialini, lunga parrucca tenuta su con mastice e forcine. Mi ha colpito la grande ricerca e cura del dettaglio: nella scena del Deejay Time si vede anche uno spezzone video d’epoca con Albertino che recita le mie stesse battute. Successivamente, ho girato anche una piccola scena negli studi di Roma, dove interpreto Albertino in radio che fa un’intervista ai Metallica, episodio che nella serie compare prima».

Qual è stata la cosa più buffa accaduta durante le riprese?

«Nella scena all’Acquafan di Riccione dovevo scaldare il pubblico prima dell’arrivo di Max Pezzali e Mauro Repetto. Il compito delle comparse, circa 250, era quello di fomentarsi in risposta alle sollecitazioni di Albertino, e lo facevano fin troppo bene! Infatti quando la folla esplodeva il rumore era tale che non riuscivo nemmeno a sentire la voce dell’assistente alla regia che dava il via all’azione, è stato molto divertente».

Ma con il vero Albertino vi siete mai incontrati? E con Max Pezzali?

«Io e Igor Chierici (l’attore che interpreta Mario Fargetta) siamo stati da pochissimo ospiti di Albertino a Radio m2o. Max Pezzali purtroppo non l’ho visto, so che è venuto spesso sul set e che ha avuto un rapporto stretto con Elia Nuzzolo, l’attore che lo ha interpretato, ma non era presente durante le mie scene. Peccato, perché sono un grande fan di Pezzali. Da piccolo avevo una videocassetta con tutti i videoclip di “Nord sud ovest est” e l’ho consumata».

Si aspettava il grande successo della serie?

«Ho pensato subito che fosse una bella idea, legata alla storia di un gruppo che è anche il racconto di un periodo specifico, con canzoni che si sono tramandate di generazione in generazione. Non mi aspettavo che fosse un successo così enorme finché non l’ho vista e trovo sia un’operazione palesemente riuscita. Scritta, diretta e interpretata benissimo, pur tenendo un tono leggero. Non parla solo degli 883, ma di come trovare il proprio posto nel mondo, è un romanzo di formazione che racconta il passaggio dall’adolescenza all’età adulta, che possono godersi sia i 18enni di oggi sia chi era giovane negli anni ’90».

Nella seconda stagione, che è ormai palese ci sarà, tornerà Albertino?

«Non lo so, speriamo. Ma anche se non dovesse esserci più il mio personaggio sarò contento di vederla, da fan».

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