Il Verona e quello scudetto vinto a Bergamo. Elkjaer, Briegel, il sorriso di Bagnoli. E una curva molto... variopinta

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Q uel pomeriggio grigio e piovoso di un maggio di 35 anni fa abbiamo capito che a volte i sogni si possono avverare. E un po’ ci sono anche girate le scatole, diciamola tutta. Perché chi sta festeggiando lo scudetto a Bergamo non è la solita Juventus, una milanese o la Roma alla perenne ricerca di un posto tra le grandi: no, hanno maglie e pantaloncini gialli e giocano in un tripudio di bandiere e un coro che si alza come un mantra da una sud strapiena e da un pezzo della vecchia Giulio Cesare, Hellas, Hellas, Hellas… Già il Verona, 100 chilometri più ad est: un passato calcistico senza manco quella Coppa Italia che l’Atalanta ha vinto nel 1963. Zero. Nulla. Niente di niente. Eppure sono qui in casa nostra a festeggiare il tricolore. Domenica 12 maggio 1985: sei anni prima sono retrocessi con noi e il Lanerossi Vicenza in serie B. Tempo tre anni e tornano da trionfatori nella massima serie, centrando alla prima stagione il quarto posto (e quindi la coppa Uefa) e pure la finale di Coppa Italia. Altri tre e vincono lo scudetto, a Bergamo: roba da matti.