T utto comincia a Marassi e finisce ad Ancona. Perché i calciatori non sanno, davvero non sanno, come nella testa di certi tifosi sentimentali un episodio, un’azione o anche una reazione possano agire e pin piano germinare. Tutto comincia a Marassi e metà ripresa, quando Colley assesta un pestone a Ilicic, e lo stesso arbitro che nel primo tempo aveva senza motivo ammonito Palomino (con annessa squalifica) altrettanto senza motivo non ammonisce (ed espelle) il già ammonito difensore di casa. Ilicic protesta, s’innervosisce, finisce per ricevere lui il cartellino giallo e diventa bersaglio dei fischi di tutto lo stadio genovese, ogni volta che tocca la palla. Tutto comincia a Marassi perché i fischi caricano il grande illusionista sloveno. Era già accaduto a Firenze nella famosa semifinale di Coppa Italia, quando, provocato dal pubblico viola come indigesto ex, aveva letteralmente inventato le prime due reti atalantine (del Papu e di Pasalic). La prima con veronica iniziale, discesa irresistibile e assist perfetto: un capolavoro. Tutto comincia a Marassi, quando Ilicic in pieno recupero decide che è ora di finirla di soffrire, disegna una serpentina sulla faccia destra e quasi dal fondo spedisce una cometa luminosa sotto la traversa dell’incolpevole portiere doriano: 1-3 e tutti a casa. Se contro l’Udinese i titoli di coda erano stati indigesti, mercoledì sera sono stati dolcissimi. Tutto comincia a Marassi. Ma tutto cosa? Tutto ciò che il professor Caudano combina il giorno dopo.