F ilippo. Tornato a galla, dopo le lezioni estive. Questa volta, però, per tutt’altra cosa. I suoi non potevano proprio, sabato, accompagnarlo a un concerto di Ultimo al Palazzetto dello Sport. Volatilizzati anche gli zii. Nonni neanche a parlarne, la sera, a gennaio. Insomma, nella cernita centrifuga dal nucleo famigliare verso l’esterno delle mura domestiche, a un certo momento Filippo è arrivato a fare il nome del buon Elvio: «Sta sempre solo, non ha nulla da fare, se non leggere e correggere... Chiedere non è mica un affronto, no?». Perplessità dei genitori. Poi, ovvio, la madre ha iniziato a cedere, sostenendo che, in fondo, se non avesse potuto o voluto, un uomo oltre i cinquant’anni sarebbe stato capace di sottrarsi.