Atalanta e Lazio divise da tutto ma non da Enrico Vella, amato a Bergamo come a Roma (e da Pippo Baudo). Tutta la storia

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“Q uando s’incontrano il mio cuore si divide”. E pensare che la maggior parte della sua carriera Enrico Vella l’ha passata in Liguria, dove è nato e vive ancora: cresciuto nelle giovanili del Genoa ha giocato anche nella Sampdoria, Sanremese, Cairese, Sestri Levante e Ventimiglia, ma quei 4 anni passati tra Bergamo e Roma sponda Lazio gli sono rimasti nel cuore. Quello che nel bel mezzo della carriera gli ha fatto lo sgambetto, obbligandolo ad abbandonare i professionisti per ripiegare nelle categorie minori. Ora ha una scuola calcio a Ospedaletti, vicino a quella Sanremo dove è un idolo assoluto: sua la prima rete biancazzurra nella stagione del ritorno (per ripescaggio) tra i semiprofessionisti dopo 15 anni passati tra serie D e Promozione. Prima partita casalinga in C2, 8 ottobre 1978, Sanremese batte Almas Roma 1-0. Ne farà altre 3 in un campionato che i biancazzurri di Ponente vincono a sorpresa. Per portarlo via dal Sestri Levante la Sanremese aveva sborsato 500mila lire. A 22 anni questo piccolo e sgusciante mediano con il vizio del goal non soffre il passaggio di categoria: nella sua prima stagione in C1 ne fa addirittura 10, capocannoniere di una squadra che da neopromossa arriva al quarto posto a solo 3 punti dalla promozione nei cadetti, categoria dove ha militato solo nella seconda metà degli anni ’30. In squadra c’è pure un bergamasco, il roccioso Claudio Vertova: anche lui giocherà sia con la maglia nerazzurra che con quella della Lazio. I liguri restano in terza serie per 7 campionati (e in quello 1981-82 incrociano pure l’Atalanta) di fila, Vella al termine di quello 1979-80 si sposta invece a Genova, lato blucerchiato. Non segna ma con la Sampdoria arriva a tanto così dalla serie A: in squadra ci sono giocatori come Chiorri, Delneri, Sartori (sì, l’ex ds nerazzurro), Pellegrini, Garella e Salsano. Il campionato dopo conquisteranno la massima serie.