La vittoria di Venezia, le differenze con il Como, il cambio di Lookman. E perché su Zaniolo bisogna avere pazienza

scheda. L’approfondimento di Gianluca Besana sulla vittoria dell’Atalanta

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L a partita giocata è vinta dai nerazzurri contro il Venezia certifica, semmai ce ne fosse ancora bisogno, che la squadra di Gasperini è entrata a pieno nella sua nuova dimensione stagionale, che la vedrà impegnata per i posti di vertice in campionato, e al tempo stesso duellare in Champions per strappare la qualificazione alla seconda fase. Per centrare gli obbiettivi stagionali ai ragazzi di Gasperini servirà non perdere punti contro le piccole del campionato, esattamente come i nerazzurri hanno fatto domenica contro il Venezia. Se la lezione impartita qualche settimana fa dal Como è stata appresa o meno, lo sapremo presto, a partire dalla partita di sabato contro il Verona. Per quel che si è visto al Penzo, l’esame lo si può considerare superato, anche se l’Atalanta qualche difficoltà l’ha incontrata.

Non sottovalutare un avversario è un concetto che i giocatori ribadiscono costantemente di fronte ai microfoni, ma è poi qualcosa che è più difficile da mettere in pratica sul campo. La sottovalutazione dell’avversario è difatti un atteggiamento che si sviluppa inconsciamente. I giocatori sanno benissimo di affrontare un avversario meno forte di loro, e sviluppano la convinzione di poterlo “mettere sotto” in modo agevole. Questo li porta a forzare le situazioni in entrambe le fasi principali della gara, sia con la palla che senza. La partita contro il Venezia ce ne ha fornito un chiaro esempio, soprattutto per quel che riguardato gli accoppiamenti della linea offensiva nerazzurra con la linea difensiva dei lagunari. Qui, la disposizione delle due squadre ha creato dei mismatch che deponevano nettamente a favore dei giocatori di Gasperini: Candela vs Lookman, Svoboda vs Retegui, Idzes vs De Ketelaere.