N ell’ultima giornata della Champions League versione XL, l’Atalanta di Gasperini è stata protagonista al Lluis Companys contro il Barcellona allenato da Flick. Di fronte si sono trovate due squadre con numeri «pesanti»: il miglior attacco in assoluto della competizione (23 reti realizzate), del Barcellona, ed il terzo (18 reti realizzate) quello dell’Atalanta. Ma anche le due squadre che nelle precedenti 5 partite hanno viaggiato con le medie di xG prodotti più alte (+ di 2.4 a partita), e le due migliori squadre per differenza reti (+14 per l’Atalanta e + 15 per il Barcellona). Nonostante questo, per rientrare nel novero delle prime otto, alla squadra di Gasperini orfana di Lookman serviva vincere. Sulla carta un’impresa non impossibile, ma difficile, e che l’Atalanta ha sfiorato grazie ad una partita giocata in modo coraggioso e decisamente ben interpretata dai ragazzi di Gasperini, che hanno retto nei momenti difficili ed hanno cavalcato al meglio i periodi a loro favorevoli.
Come al solito partiamo dalle formazioni. Per l’Atalanta 3-4-1-2 versione prudente, con Pasalic sulla trequarti schierato al posto di Samardzic. Per il resto, e al netto delle pesanti assenze di Lookman , Scamacca e Kossounou, il migliore undici possibile. Il ballottaggio tra Ruggeri e Zappacosta è stato vinto da quest’ultimo. Il Barcellona di Flick si è schierato con il 4-2-3-1. Il tecnico tedesco ha riproposto dal primo minuto Gavi, Lewandowski e Pedri, che ha sostituito l’infortunato Christensen.