L a sosta per il doppio impegno della nazionale, consente di fare una piccola analisi di quanto sin qui fatto dall’Atalanta, in questo inizio di stagione, peraltro abbastanza deludente dal punto di vista dei risultati, per i colori nerazzurri. In molti, dopo una campagna acquisti estiva, sicuramente altisonante, per i nomi che la dirigenza è riuscita a portare a Bergamo, si aspettavano una partenza molto diversa, fatta di buon gioco (la conferma di Gasperini era e rimane sicuramente una garanzia), il raggiungimento dei gironi di Europa League e una posizione nella parte nobile della classifica. Con il sogno europeo sfumato precocemente, ed i soli sei punti in nove gare, è cominciato ad emergere del pessimismo, e sono cominciate le classiche discussioni su cosa funziona o non funziona più nel motore nerazzurro.
Ci proveremo anche noi, facendoci aiutare dai numeri. Il gioco dell’Atalanta, è fatto di automatismi e principi, che il tecnico di Grugliasco non ama modificare troppo. Anche in presenza di nuovi giocatori, gli indicatori di costruzione e finalizzazione del gioco variano di poco da stagione a stagione, indicando che il tecnico riesce a far emergere le peculiarità di ogni giocatore messo a disposizione senza rinunciare al suo credo calcistico.