N ella fredda serata di sabato, all’Olimpico di Roma è andata in scena il match tra l’Atalanta di Gasperini e la Lazio di Sarri. Una partita non decisiva, ma importante per quanto riguardava la corsa alle posizioni che garantiranno un posto in Champions nella prossima stagione. Al tempo stesso, la partita contro i biancocelesti era una sfida complicata per i nerazzurri che vi arrivavano dopo la deludente partita giocata e persa contro il Sassuolo una settimana fa, e che per via delle espulsioni (e relative squalifiche) di Maehle e Muriel ha finito per togliere due valide alternative alle possibili scelte di Gasperini. L’Atalanta ha però dominato per gli interi 98 minuti di gioco complessivo, mettendo a segno 2 reti (Zappacosta e Hojlund), colpendo una traversa, costruendo almeno altre 4 grosse occasioni da gol e rischiando pochissimo a livello difensivo.
Nella partita d’andata giocata lo scorso 23 ottobre, la Lazio di Sarri aveva imposto il primo stop stagionale ai nerazzurri di Gasperini, vincendo con un secco 2-0 al Gewiss. Il 4-3-3 della Lazio aveva nell’occasione avuto ragione del 3-4-1-2 (4-1-3-1 nel finale di gara) dei giocatori agli ordini del tecnico di Grugliasco, che in quella gara aveva alzato l’intensità del pressing dei suoi ad inizio gara, pagando però dazio per via de gol realizzato dopo 10 minuti di gioco da Zaccagni. L’Atalanta era poi stata costretta ad incrementare i suoi dati relativi al possesso palla e si era scontrata con la densità proposta dalla Lazio, senza aver la possibilità di sfruttare la velocità dei suoi attaccanti. Attaccando in modo posizionale, l’efficacia dei nerazzurri aveva mostrato tutti i suoi limiti, peraltro confermati dai dati relativi all’efficacia di questa tipologia di attacchi e mostrati dalla grafica qua sotto. Per queste ragioni era importante non subire reti ad inizio gara e potersi così riservare la possibilità di attaccare con rapide ripartenze.