Q uando in estate lo staff di mercato dell’Atalanta decise di soddisfare le richieste economiche dello Sturm Graz, per aggiudicarsi il cartellino di uno sconosciuto (ai più) ragazzo danese classe 2003, sapeva bene cosa stava facendo. La cifra sborsata dal club nerazzurro era una di quelle importanti: 17 milioni di euro, messi sul tavolo il 27 agosto, a quattro giorni dalla chiusura del mercato. Ovviamente, a fare dubitare qualcuno sulla bontà dell’operazione era stato il fatto che l’Atalanta aveva inseguito a lungo Pinamonti, in una trattativa estenuante, e con il giocatore poi finito al Sassuolo. L’operazione Højlundpoteva per questo motivo suscitare qualche dubbio, e qualcuno difatti parlò di “operazione di ripiego”, soprattutto perché bisognava accontentare Gasperini, che chiedeva a gran voce un attaccante, e che qualche giorno prima dell’acquisto di Rasmus si era espresso in questo modo: “Lo rispiego perché qualcuno fa fatica a capire: l’Atalanta ha bisogno di attaccanti, lo dico da anni. Da quando abbiamo perso il Papu e Ilicic non abbiamo avuto ricambi in quel ruolo… ho visto cambiare 4 attaccanti al Milan, noi negli anni di Champions non siamo riusciti a rimpiazzare. Mi sono scocciato di fare questa richiesta degli attaccanti, non riesco a far passare il messaggio, bisogna combattere con questa filosofia, vuol dire che non sono credibile nel chiedere quello che serve”. E poi ancora… “è un limite mio, evidentemente non sono bravo a farmi prendere i giocatori”. Quando a noi di Corner toccò presentare Hojlund, ci accorgemmo di avere a che fare con un giocatore che era tutto, fuorché un ripiego (leggi QUI l’approfondimento). Nel trattare il danese l’Atalanta non stava compiendo un’operazione affrettata o di ripiego, ma stava invece spostando le sue attenzioni su un giocatore diverso rispetto a Pinamonti: più giovane (e questo è sempre un fattore che crea incertezza), ma con qualità eccellenti. Noi arrivammo a parlarne con toni entusiastici dopo aver visionato i filmati e letto i report che lo riguardavano. Dopo sei mesi passati a lavorare duramente a Zingonia, il giovane attaccante nerazzurro è definitivamente esploso. Ora Rasmus ha convinto anche i più scettici e si è guadagnato le prime pagine dei quotidiani sportivi. Lo sappiamo tutti, il calcio è uno sport in cui bastano un paio di buone prestazioni condite da gol, perché un giocatore finisca al centro dell’attenzione e faccia lievitare la sua valutazione, così come per farla calare e parlare di un giocatore in crisi, basta qualche passaggio a vuoto. Ora Højlundè al centro dell’attenzione mediatica e siamo sicuri che ci resterà per parecchio tempo.