L’ Atalanta sta vivendo la sua ennesima stagione da big. Ai vertici nel campionato italiano e protagonista in Europa, la squadra di Gasperini sembra immune anche dalla perdita di giocatori importanti. Lo ha fatto in passato, rinunciando a Gagliardini, Mancini, Castagne, Cristante, Petagna e molti altri ancora, e lo ha fatto anche quest’anno, rinunciando da dicembre al suo storico capitano e trascinatore Alejandro Gomez. Negli ambienti nerazzurri si è discusso a lungo sulle problematiche legate alla cessione di Gomez, con gli appassionati equamente divisi tra chi ha pensato che privarsi di un giocatore importante come l’argentino avrebbe comportato una flessione a livello di prestazioni e risultati e chi si è fidato ciecamente delle spiegazioni che più o meno ufficialmente sono circolate in merito, e che vedevano il capitano quasi diventato un orpello tattico. «In medio stat virtus» (la virtù sta nel mezzo) recita una locuzione latina che invita a ricercare l’equilibrio, invece che inseguire posizione estreme. Evitare dunque le esagerazioni, alla ricerca di un giudizio misurato. Questo abbiamo cercato di fare qui su Corner, non per aprire l’ennesimo dibattito, ma forse, proprio perché sono passati circa tre mesi, per chiuderlo definitivamente, attribuendo all’argentino i giusti meriti, e riconoscendo a Gasperini la capacità di rigenerare il suo impianto tattico, nonostante la perdita di un campione. Vediamo dati e spiegazioni.