C on la vittoria di Lecce l’Atalanta ha staccato il pass per la prossima Champions League con due giornate d’anticipo, rendendo di fatto inutili le gare ancora da giocare contro Torino e Fiorentina. Un successo rotondo, maturato nel secondo tempo, dove la squadra di Gasperini (guidata questa volta da Gritti per la squalifica rimediata dal tecnico nerazzurro), si è dimostrata più quadrata e pragmatica rispetto alla versione che si è esibita nella prima frazione di gioco. La vittoria e la conseguente qualificazione consentono a Scamacca e compagni di svuotare la testa da altre preoccupazioni prima della finale di Europa League da giocare mercoledì contro il Bayer Leverkusen. La sfida del Via del Mare non è in realtà mai stata in discussione, nonostante un primo tempo più equilibrato dal punto di vista delle occasioni. L’Atalanta ha comunque fatto capire da subito attraverso il controllo del gioco, che nonostante le tante rotazioni a cui era obbligata, non avrebbe concesso ai giallorossi di celebrare con una vittoria la salvezza conquistata.
I nerazzurri si sono schierati con il solo 3-4-1-2, ma con tanti protagonisti diversi rispetto al solito, o che giocavano in posizioni a loro non abituali. Gasperini si è dovuto difatti reinventare la mediana, visto il forfait di de Roon, la squalifica di Koopmeiners, e la necessità di concedere almeno un tempo di riposo a Ederson. In mezzo al campo hanno giocato ad inizio gara Pasalic e Scalvini, supportati ai fianchi da Hateboer e Zappacosta. Dietro era imprescindibile la presenza di Hien, che ha avuto come compagni di reparto Toloi (centro destra), e Bonfanti (centro sinistra). Proprio il giovane nerazzurro ha avuto qualche problema nel coordinare le sue uscite con quelle dei compagni, ed ha cercato maggiormente di stare in linea con Hien, piuttosto che stringere la marcatura sul suo riferimento (quasi sempre Krstovic). In avanti l’Atalanta ha schierato un attacco completamente diverso da quello utilizzato nella finale di Coppa Italia. Scamacca è stato il riferimento centrale, con Tourè che gli ha giocato molto vicino e con Miranchuk che ha agito alle loro spalle. Disposizione che si può notare bene dalla grafica sopra relativa al posizionamento medio dei nerazzurri in fase di possesso.