L a prima sconfitta stagionale in cui è incappata l’Atalanta di Gasperini è di quelle che fanno parecchio male. La squadra nerazzurra è uscita battuta per 2-1 dallo Stirpe di Frosinone, contro una delle formazioni di A meno attrezzate. Per quanto il tecnico di Grugliasco ne abbia lodato le qualità e la condizione atletica nel post partita, la squadra di Di Francesco era e resta dotata di una qualità inferiore rispetto a quasi tutte le altre squadre di A. Per capire le proporzioni della sconfitta, basta ragionare (senza entrare troppo nel dettaglio o nei tecnicismi della finanza calcistica) sul valore delle due rose. L’Atalanta di Gasperini vale attualmente 329.2 milioni, mentre il Frosinone ne vale 34.1, ed è la squadra con il più basso valore del campionato (fonte transfermarkt). La differenza è di 295.1 milioni, mentre il rapporto è di 9.6 a 1. Il solo valore dell’investimento fatto dagli uomini di mercato nerazzurri su Scamacca, peraltro lasciato seduto per 70 minuti in panchina, equivale quasi da solo al valore dell’intera rosa gialloblù. Eppure il campo ci ha detto che dopo aver regalato un’intero tempo (il primo) alla squadra di Di Francesco, non sono bastati nemmeno i 55 minuti del secondo tempo per rimettere almeno in parità il risultato. Parliamoci chiaro, di errori l’Atalanta ed il suo tecnico sabato ne hanno commessi tanti, partendo proprio dall’undici iniziale, che ad esclusione di Kolasinac (peraltro tra i migliori), ha snobbato gli acquisti del mercato estivo. Carnesecchi, Bakker, Adopo, De Ketelaere e Scamacca si sono accomodati in panca. Così, Musso è tornato ad essere titolare dopo che nello scorso finale di campionato era finito a fare da riserva a Sportiello, ora riserva di Maignan al Milan, rendendo incomprensibile la testardaggine con cui l’Atalanta continua a trattenere il giovane portiere riminese senza metterlo sul mercato. O si crede in Carnesecchi, oppure sarebbe giusto capitalizzare dando al giocatore la possibilità di giocare.