L a vittoria ottenuta dall’Atalanta nell’anticipo di venerdì sera ai danni del Milan è una di quelle che si suol definire “pesanti” per chi punta in alto. Con i tre punti guadagnati la squadra di Gasperini non solo ha guadagnato la prima posizione in classifica, anche se solo nella serata di oggi sapremo se l’Atalanta sarà capolista solitaria o se verrà scavalcata dal Napoli di Conte, ma ha spedito i meneghini a giocare un altro campionato allungando a +12. La vittoria inoltre consente ai nerazzurri di allungare la striscia di gare vinte in campionato consecutivamente a 9. Striscia che per altro comprende le vittorie ottenute negli scontri diretti contro Napoli, Roma e Milan, e che mandano un preciso segnale a tutte le altre pretendenti alla vittoria finale. Qualsiasi discorso relativo allo scudetto è ovviamente prematuro, visto che al termine del campionato mancano ancora 23 partite, e la squadra di Gasperini è si prima, ma non ha allungato sulle dirette concorrenti. Ma vincere, soprattutto partite complicate come giocate contro la squadra di Fonseca, aumenta (a dismisura) la fiducia nei propri mezzi. Già nella prima parte della nostra analisi avevamo parlato di partita “complicata”. Il concetto lo abbiamo ribadito anche qua sopra, perché la sfida contro la squadra di Fonseca più che “equilibrata”, come è stata erroneamente definita da più di una testata sportiva, è stata “complicata”, per via dell’atteggiamento tenuto dal Milan. Quella dei rossoneri è stata una condotta che aveva quale unico obiettivo quello di disinnescare una delle armi più pericolose della squadra di Gasperini: l’intensità. Il Milan, dopo il primo spunto in velocità con finalizzazione di Pulisic, ha cercato di abbassare i ritmi della partita per mezzo di un controllo palla che si è concretizzato soprattutto nell’ultimo terzo di campo, e praticato per molte volte con la posizione che potete vedere raffigurata nel fotogramma qua sotto.