La match analysis spiega l’Atalanta con e senza Gomez. Pessina preciso, Malinovskyi va a tratti. Papu... è Papu

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L’ Atalanta torna dalla difficilissima trasferta di Torino con un punto, e se ce ne fosse ancora bisogno, con la certezza di essere una squadra di valore assoluto. La gara all’Allianz Stadium nascondeva più di un’insidia per gli uomini di Gasperini. Oltre al valore dell’avversario, i nerazzurri dovevano infatti superare un ostacolo ancor più impegnativo, ovvero, riuscire a liberarsi mentalmente dell’ultima turbolenta settimana. L’Atalanta nel primo tempo è andata sotto (immeritatamente), ha traballato, ma poi si è ripresa con un’ultima mezzora di gioco, con la quale ha messo in difficoltà la squadra allenata da Pirlo.

Inutile nascondere che nell’ultima mezzora l’Atalanta aveva in campo il suo capitano. Gomez non ha fatto cose trascendentali, ma come ribadito dall’ottimo Adani in telecronaca, ha «legato» meglio il gioco dei nerazzurri, con geometrie più incisive, soprattutto sulla trequarti.

A dire il vero l’Atalanta non aveva fatto male neppure con la coppia Malinovskyi-Pessina, anche se il gioco dei nerazzurri risultava privo di fantasia e del «guizzo vincente», una volta arrivati nella parte nevralgica del campo.