L o scorso martedì non verrà di certo annoverato tra i più tranquilli per i tifosi nerazzurri. Seppur il campionato fosse fermo, e non ci fossero quindi tossine da smaltire, e nemmeno situazioni particolari di cui dibattere, l’inizio mattinata ha riservato loro una sorpresa inaspettata. Tutte le testate nazionali, e le pagine sportive locali, ribattevano le dichiarazioni rilasciate la sera precedente a De Telegraaf da Teun Koopmeiners. Il centrocampista olandese, in ritiro con la propria nazionale si era così espresso: “Già l’anno scorso c’era un concreto interesse da parte del Napoli, però alla fine i club non si sono trovati. Ho detto all’Atalanta che nella prossima estate voglio trasferirmi. Ma deve presentarsi qualcosa di veramente interessante per lasciare Bergamo. La mia fidanzata e io ci stiamo divertendo molto in Italia, ma per alcuni club in Inghilterra sopporterei anche la pioggia. Spero che si presentino delle opzioni su cui posso riflettere. E poi spero che l’Atalanta riceva una bella somma per me, perché ho passato un periodo meraviglioso a Bergamo. Mentirei se dicessi che non mi arrivano notizie di un probabile interesse della Juventus e club di Premier League. Naturalmente li leggo anche io o mi vengono inoltrate”. Dichiarazioni sicuramente inaspettate - parzialmente corrette nell’intervista che Luca Percassi ha rilasciato in questi giorni a L’Eco di Bergamo -, ma altrettanto sicuramente non estemporanee, e frutto di un preciso calcolo. Dichiarazioni che lasciano supporre (altrimenti perché ribadirlo proprio ora) che la permanenza in nerazzurro di Koopmeiners in questa stagione, più che qualcosa di desiderato, è stato qualcosa di “compreso ed accettato” da parte del giocatore e del suo entourage, ma che sarebbe meglio per tutti non si ripeta anche la prossima stagione. Un fulmine a ciel sereno, del quale non si avvertiva certo la necessità. Per certi versi un’uscita maldestra da parte di Teun, che poi è ricorso ai soliti messaggi social (anche questi un po’ retorici e forzati) d’amore e d’attaccamento alla maglia, e alla città. Come si suol dire, quando la toppa è peggio del buco. Non è però nostra intenzione andare oltre su questo tema, bensì vorremmo ragionare su quello che determinerà in termini pratici la cessione del giocatore.